Vicenda Sturani, coinvolto anche Galeazzi

Vicenda Sturani, coinvolto anche Galeazzi

Il pg Dragotto contesta il reato di concorso in concussione finalizzato alla corruzione

ds Fabio Sturani anche il suo predecessore, l'ex deputato dei Democratici Renato Galeazzi, ricandidato con una lista civica alle elezioni del giugno prossimo. Il procuratore generale Gateano Dragotto, che aveva avocato a sé l'inchiesta della procura ordinaria, conclusa con un'istanza di archiviazione per prescrizione dei termini, ha disposto la notifica a Galeazzi e Sturani di un avviso di chiusura delle indagini, che prelude ad una richiesta di rinvio a giudizio.
Il pg, si è avuta conferma stamani, contesta a entrambi il reato di concorso in concussione finalizzato alla corruzione ai danni della spa Anconambiente. Nel 2000, l'anno in cui fu presentato il Piano del porto, Galeazzi era sindaco e Sturani assessore: stando all'accusa avrebbero esercitato pressioni sul presidente di Anconambiente Umberto Montanari perché acquistasse un'area di 18 mila metri quadrati dalla Ccs dell'imprenditore Alberto Rossi, nonostante fosse a rischio di svalutazione.
L'obiettivo era favorire Rossi, che resta indagato per corruzione. Sturani e Galeazzi, finora rimasto fuori dall'inchiesta, respingono tutte le accuse. Avranno venti giorni di tempo per presentare memorie difensive. Galeazzi intanto, espulso ieri dal Pd per la scelta di candidarsi fuori dal partito, ha annunciato: "Resto in corsa per le elezioni, pronto a rispondere in qualsiasi sede dei miei atti, che sicuramente non sono stati criminosi".
Renato Galeazzi non intende rinunciare alla candidatura a sindaco di Ancona. "Non ho ancora ricevuto alcuna notifica, immagino per un problema tecnico - dice - e sono molto meravigliato per la svolta impressa a questa vicenda, e anche per la tempistica, che coincide con l'avvio della campagna elettorale". "Il caso ex Ccs - ribadisce - è stato ampiamente sviscerato dalla procura ordinaria, e in città. Per quanto mi riguarda non penso proprio di aver commesso alcun reato, tantomeno per ottenere favori o chissà cos'altro. Ho agito per il bene di Ancona, senza altri fini".
Del resto, conclude l'ex sindaco ed ex parlamentare di Ds-l'Ulivo, "la procura della Repubblica non mi aveva chiamato in causa". Ora Galeazzi valuterà con il proprio difensore, l'avv. Paolo Pauri le prossime mosse.

Si appesantisce la posizione di Sturani
Nelle dieci pagine dell'avviso di chiusura delle indagini, il procuratore generale Gaetano Dragotto riformula la qualificazione giuridica dei reati prospettata nella richiesta di archiviazione dai pm Vincenzo Luzi e Paolo Gubinelli: la posizione di Sturani si appesantisce, Galeazzi finisce indagato, e con le medesime accuse, mentre Montanari diventa vittima dell'ipotetica corruzione, e resta indagato solo per malversazione. Il tornaconto di Sturani si sostanzierebbe in contributi elettorali per 33.500 euro ricevuti da Rossi e l'assunzione presso la società di quest'ultimo Servizi Assicurativi. Galeazzi non avrebbe ottenuto somme di denaro o qualsivoglia forma di utilità pratica in seguito alla compravendita dell'area ec Ccs, ma, stando alle indiscrezioni emerse sul nuovo quadro accusatorio, l'ex sindaco avrebbe avuto un interesse implicito, di natura politica, a sostenere il 'delfino' Sturani, appartenente alla sua stessa Fabio Sturanicorrente politica.
Il termine di prescrizione del reato di concussione (punito con una pena che va dai quattro ai 12 anni di reclusione) è il 2013, calcolato a partire dal 2001, data della compravendita. Scadenza destinata a slittare al 2016 se sopravvenisse un atto interruttivo, come ad esempio una richiesta di rinvio a giudizio. Sarebbe invece già prescritto, ma il pg formulerà le sue conclusioni in sede di richiesta di rinvio a giudizio, il reato di concorso in corruzione, contestato a Sturani, Galeazzi, Rossi e Loris Onofri, ex amministratore della Ccs. Tutti e quattro gli indagati e Montanari sono accusati dal pg anche di malversazione, per un contributo regionale di 111 mila euro concesso alla Ccs per l'esecuzione di opere mai appaltate.
Una somma che Anconambiente - divenuta proprietaria dell'area, della società Ccs, e dei debiti da questa contratti - avrebbe dovuto restituire all'ente regionale, ma non lo fece. Sturani e Galeazzi in particolare si sarebbero adoperati per "nascondere" l'esistenza di un simile obbligo. Calcolata a partire dal 2002, anno entro il quale le opere avrebbero dovuto essere realizzate, la prescrizione scatterebbe nel settembre 2009. Per abuso d'ufficio infine, è indagato Sergio Strali, il dirigente della Regione Marche che avrebbe dovuto vigilare sulla pratica relativa ai contributi rimasta imboscata.
Una circostanza emersa nel 2006, con prescrizione nel 2012 o 2014 in caso di atto interruttivo. Adesso gli indagati potranno presentare le loro memorie di difesa o chiedere di essere interrogati dal pg. Intanto, a margine del quadro giudiziario, emerge una curiosità: Alberto Rossi acquistò fra il 1998 e il 1999 l'area ex Ccs in leasing per 3,1 miliardi di lire. Il guadagno netto dell'imprenditore nel rivenderla ad Anconambiente sarebbe stato dunque di 2 miliardi (più i contributi).