L'imputato è Fabrizio D'Intino, 30 anni, di San Benedetto del Tronto
Ascoli Piceno Alessandra Panichi aveva inflitto il 19 settembre scorso a Fabrizio D'Intino. L'uomo, 30 anni, di San Benedetto del Tronto, il 10 febbraio 2007 aveva ucciso a colpi di fucile lo zio Adelmo Cipolloni perché l'uomo continuava a minacciare e pretendere denaro dalla madre, nonna dell'imputato. Imputato di omicidio volontario premeditato, D'Intino ha ottenuto la riduzione della pena perché il difensore, l'avv. Alessandro Angelozzi, è riuscito a dimostrare che il delitto non era premeditato. Arrestato la sera stessa dei fatti, D'Intino ammise subito di aver sparato tre colpi con un fucile regolarmente detenuto dal padre contro l'abitazione dello zio in via Chienti, a Porto d'Ascoli. Il suo scopo, aveva sostenuto, era solo impaurire il congiunto, non ucciderlo.
Poco prima Cipolloni aveva fatto l'ennesima telefonata minacciosa alla madre, chiedendole dei soldi. Una richiesta analoga a quelle che tempo addietro avevano convinto l'anziana a lasciare l'abitazione del figlio per trasferirsi a casa del nipote. Dopo aver esploso un primo colpo, D'Intino si era allontanato in auto, per poi tornare indietro: gli era venuto il dubbio che lo zio non fosse in casa, e voleva assicurarsi che il "messaggio" intimidatorio arrivasse a destinazione. Non si era reso conto però che il parente si trovava dietro una delle finestre.
L'avv. Angelozzi si è detto "moderatamente soddisfatto" per la sentenza, e ha annunciato ricorso in Cassazione per ottenere il riconoscimento dell'attenuante della provocazione, visto l'atteggiamento della vittima nei confronti della nonna dell'imputato.