Ahlstrom: stop a vecchie trattative, si cercano nuovi investitori

Ahlstrom: stop a vecchie trattative, si cercano nuovi investitori

Indispensabile che l’azienda sia disponibile ad una cessione a condizioni non speculative

Economico, alla presenza del Dr. Giampiero Castano, dirigente dell’Unità per la gestione delle vertenze delle imprese in crisi del Ministero, l’annunciato confronto con il dr. Diego Borello, il manager della Ahlstrom incaricato di gestire la vicenda dello stabilimento di Ascoli Piceno. Il confronto si è sviluppato per circa un’ora ma attraverso il telefono “in viva voce” in quanto la multinazionale non ha ritenuto di partecipare direttamente al confronto ministeriale.  
In apertura, la Ahlstrom ha ufficializzato il tramonto definitivo di tutte le trattative di cessione sin qui condotte, compresa quella con il fondo di investimento cinese, o perché mai definitesi sotto il profilo economico o perché, è stato spiegato ai rappresentanti delle istituzioni, condizionate ad elementi estranei alle possibilità dell'azienda (come, ad esempio, la realizzazione di una centrale di produzione energia elettrica nell’area). Inoltre, la Ahlstrom ha manifestato l’intenzione di sgomberare il sito cedendo i macchinari a società di compravendita di impianti usati verso Paesi emergenti, una prospettiva fortemente contestata dal presidente Rossi che ha chiesto all’azienda di sospendere ogni iniziativa in proposito “anche per non alimentare il sospetto – ha aggiunto - che finora non ci si sia realmente impegnati per arrivare ad una positiva conclusione della vicenda”. 
Dal confronto è nata una trattativa serrata condotta sul filo del telefono che ha portato a strappare alla Ahlstrom un impegno: la disponibilità a sottoscrivere un "verbale di intenti" con le istituzioni pubbliche per lavorare insieme affinché lo stabilimento ascolano venga ceduto o ad un produttore di carta, mantenendone quindi inalterata la vocazione storica e l'attuale assetto o, se questo non fosse possibile, ad un soggetto capace di investire nella reindustrializzazione, con la sola cessione dello stabilimento e dei terreni di pertinenza. Come arrivare a questo risultato? Il Presidente Rossi ha chiesto ed ottenuto che nel verbale sia prevista l'individuazione di un “soggetto terzo” (una società di intermediazione specializzata in questi compiti o agenzia pubblica) riconosciuto da azienda e istituzioni, in grado di individuare in tempi definiti possibili investitori interessati al sito produttivo e ipotizzare uno o più progetti di reindustrializzazione. Un modello che, è stato detto al Ministero, è stato già utilizzato per altre situazioni di crisi come quella dell’Electrolux di Firenze. Nel giro di una settimana, dunque, il Ministero elaborerà una bozza del suddetto verbale di intenti da sottoporre alle parti per essere poi sottoscritto nel giro di 15 giorni. Da quel momento la società o il soggetto incaricato inizierà a “cercare” possibili compratori. 
“Perché questo percorso abbia successo – hanno comunque sottolineato Rossi e Celani – è indispensabile che l’azienda si dichiari disponibile ad una cessione a condizioni favorevoli e non speculative. Anche perché abbiamo condizioni di partenza che, pur in un periodo di grave crisi come questo, dovrebbero suscitare l’interesse degli imprenditori come una manodopera a basso costo, visto il regime di sgravi fiscali e contributivi che interessa i lavoratori in mobilità, l’infrastrutturazione attorno al sito già sviluppata (superstrada, tronco ferroviario, ecc.) e la possibilità di accedere a misure di sostegno agli investimenti grazie alle normative per le aree di crisi”.