On the Road: in aumento i casi di sfruttamento

On the Road: in aumento i casi di sfruttamento

Bufo: "Le politiche migratorie restrittive facilitano il traffico di irregolari"

della propria condizione, ci riporta bruscamente ad una realtà che, benché molto diffusa, tendiamo a non vedere. Lo ha segnalato proprio in questi giorni il rapporto dell’Onu sulla schiavitù: il grave sfruttamento di lavoratori stranieri, spesso irregolari, come in questo caso, è un fenomeno in forte aumento, anche in Italia". Lo rileva una nota dell'associazione On the Road.
“Riscontriamo quotidianamente come dietro condizioni di apparente normalità – spiega Marco Bufo, direttore On the Road – si celino forme di riduzione in schiavitù e di grave sfruttamento. La precarizzazione del posto di lavoro e l’indebolimento strutturale della condizione dei lavoratori espone a forti rischi le fasce più deboli dei lavoratori, in particolare gli stranieri.
La crescente richiesta, in tale contesto, di manodopera a bassissimo costo e le politiche migratorie restrittive (così insensatamente restrittive da non rispondere neppure alle esigenze dichiarate dal mondo imprenditoriale) facilitano il traffico di migranti irregolari”.
Per questi motivi On the Road sollecita da sempre interventi strutturali sulle politiche migratorie e del lavoro a livello nazionale, europeo e locale.
"E’ necessario - prosegue la nota - che tutte le agenzie che hanno responsabilità in materia (agenzie non profit specializzate come On the Road, le Regioni e gli Enti Locali, la Magistrature e tutte le Forze dell’Ordine – polizia, carabinieri, guardia di finanza – i Sindacati, le Associazioni di Categoria, i Servizi Ispezione delle Direzioni Provinciali del Lavoro, le Associazioni degli Immigrati) prendano coscienza del problema e lavorino insieme, con un approccio integrato, basato sulla centralità dei diritti umani, per favorire l’emersione del fenomeno, aumentare la capacità di individuare le vittime, garantire la tutela e l’accesso a programmi di protezione, assistenza e inclusione sociale alle vittime di grave sfruttamento e tratta e per contrastare tali fenomeni criminali.
Fortunatamente sul territorio ci si può basare su un lavoro già avviato e sulla sensibilità che le agenzie citate già dimostrano: si tratta dunque di potenziare tale prospettiva, di fare formazione congiunta e prevedere procedure di lavoro condivise.
Non si può più pensare - conclude l'associazione - che violazioni di fondamentali dei diritti umani quali la tratta, la riduzione in schiavitù, il grave sfruttamento siano fenomeni lontani nella storia o fenomeni che, per quanto contemporanei, siano lontani geograficamente. Sono fenomeni purtroppo presenti nella “normalità” della nostra società. A tutto ciò occorre reagire con decisione e impegno".

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