In realtà si tratta di una strategia per affossare Antonio Canzian
“Ulisse” Ciccanti ripone tutte le sue forze nel disegno estremo: la sfiducia al sindaco Piero Celani. Occorrono 21 consiglieri comunali per proporre la sfiducia al primo cittadino e in queste ore sono frenetiche le attività per far salire nella pancia del Cavallo di Troia consiglieri di centrodestra e di centrosinistra.
A dar man forte all'on. Amedeo “Ulisse” Ciccanti c'è, confermando un disegno che smentisce ogni volta irosamente, Giuseppe Brandimarti. Perché? Facciamo un inciso sul modo di fare informazione: da più parti ci chiedono come mai trovano sul nostro giornale online notizie che non si leggono altrove?
Non posso rispondere per gli altri colleghi e gli altri organi di stampa. Noi cerchiamo di dare il maggior numero di elementi possibili per avere una visione di un problema in modo tale che ciascun lettore possa poi verificare nei fatti se quanto avevamo scritto sia poi rispondente al vero.
Più elementi si offrono ai lettori e maggiore trasparenza c'è nell'informazione. E tornando a quello che chiamiamo “Cavallo di Troia” di Amedeo “Ulisse” Ciccanti, i lettori debbono sapere che la singolare mozione di sfiducia, alla quale “Ulisse”Ciccanti sta lavorando, arriva a quattro mesi dalle prossime elezioni. Ci chiediamo che senso abbia questo marchingegno.
Elenchiamo le ipotesi che possono spiegare la manovra. Ciccanti non ha più esercito e il suo modo di picconare a destra e a manca sono la più chiara dimostrazione della sua debolezza. Dove trovare una via d'uscita? In un accordo con il Pd, dopo le spalle voltate dal Pdl. Nel Pd ha porte aperte nella gerarchia di partito: Luciano “Darwin” Agostini e il segretario provinciale Mauro Gionni che avevano riposto tutte le proprie forze nelle primarie ascolane su Giuseppe Brandimarti.
La città se ne è fregata dei soliti giochi di potere e ha scelto una persona che rappresenta il nuovo: Antonio Canzian come candidato sindaco del Pd. E poiché Amedeo “Ulisse” Ciccanti non rappresenta certamente il nuovo per la città di Ascoli e in questo momento rappresenta solo se stesso e pochi altri, un accordo con Antonio Canzian, che per Ascoli vorrebbe un futuro di sviluppo trasparente, non pare proprio raggiungibile.
E' tutta qui la spiegazione del “Cavallo di Troia” rappresentato dalla sfiducia all'attuale sindaco Piero Celani. “Ulisse” Ciccanti infatti sostiene Celani da 10 anni. Se era cosi negletto nell'amministrare la città perché non ha cercato di sfiduciarlo dopo sei mesi dal suo insediamento? Eh, eh, in mezzo ci sono sempre interessi di questo o di quello. Convenienze di quello o di quell'altro. Ora, a quattro mesi dal voto, l'ideona: via con la sfiducia.
Cui prodest (latino)? A chi giova? Si chiedeva Medea nella tragedia di Seneca per giungere al colpevole di un delitto. Giova certamente a “Ulisse” Ciccanti che è rimasto senza esercito per conquistare la cittadella, giova però anche ad altri per obiettivi minori e dal punto di vista dei valori umani forse esecrabili. Nell'ordine: l'on. Luciano “Darwin” Agostini che, con la vittoria di Antonio Canzian alla primarie del Pd, piange lo sgretolamento dell'egemonia offidana sul Pd ascolano. Mauro Gionni, sulla barca, mani e piedi, di “Darwin” Agostini, perché non è riuscito a garantire quell'egemonia al suo mentore. Giuseppe Brandimarti, che era frettolosamente uscito dallo Sdi sulla scorta delle assicurazioni di “Darwin” Agostini quale candidato sindaco di Ascoli, che invece è perito nelle primarie contro ogni pronostico, avendo dalla sua l'imprimatur ufficiale dei generali del Pd.
Domenico Procaccini, oggi capogruppo del Pd in consiglio comunale e Emidio Catalucci (Sinistra Democratica) che hanno sempre attaccato Antonio Canzian come assessore all'urbanistica della Provincia sui progetti relativi ad Ascoli come il Polo universitario, dipingendolo come appiattito sulle strategie di Celani.
Da ultimo giova anche ad Anna Casini, alla quale la gerarchia del Pd aveva promesso una strada lastricata di successi negli organismi del partito e che si era dimessa, l'indomani della vittoria di Antonio Canzian, da coordinatore comunale del Pd. Anna Casini che, da architetto, è dipendente della Provincia di Ascoli e fa parte dell'organico dell'assessorato all'urbanistica (questo è un elemento importante per altri avvenimenti).
Occorre scalzare Antonio Canzian per far quadrare il cerchio di Amedeo “Ulisse” Ciccanti e Luciano “Darwin” Agostini. Ma non si può fare apertamente. Il Pd ascolano dovrebbe rinnegare le tanto enfatizzate primarie come momento alto di democrazia. Quindi occorre altra strategia. E nei confronti di Antonio Canzian si studia un attacco concentrico. Guardate tutte le mosse. Si parte da lontano, dalla lotta senza esclusione di colpi contro il presidente della Provincia Massimo Rossi nella cui giunta siede anche Antonio Canzian.
Tre sono gli assessori del Pd nella giunta Rossi: Emidio Mandozzi, Ubaldo Maroni e Antonio Canzian. I primi due rispondono militarmente alle logiche di potere del Pd, mentre Antonio Canzian onora il mandato dell'intera coalizione di centrosinistra, fino a quando, dopo la vittoria alle primarie del Pd, per cercare di tenere unito il partito al fine di vincere ad Ascoli, è costretto ad accettare, con qualche distinguo dagli altri due, gli ordini di partito su alcuni punti della divisione della Provincia. Una lotta epocale che sottopone Canzian a scegliere tra la responsabilità che i cittadini gli hanno dato votandolo alle primarie contro vecchi disegni, e una lotta di esclusivo potere messa in atto dall'on. Luciano “Darwin” Agostini contro Rossi.
Il fatto che Canzian resista alla pressione costituisce un problema per Amedeo “Ulisse” Ciccanti e Luciano “Darwin” Agostini. La mozione di sfiducia verso il sindaco Piero Celani, qualora fosse sottoscritta da tutti i consiglieri comunali del Pd, equivarrebbe di fatto ad un accordo sottobanco tra il Pd e Amedeo “Ulisse” Ciccanti, cioè l'Udc. In questo caso si potrebbe aggirare lo scoglio Canzian e le novità di un progetto trasparente per la città. Potrebbe candidarsi lo stesso Amedeo “Ulisse” Ciccanti o, come sembrerebbe proporre la Sinistra Democratica, Renzo Maria De Santis, attuale presidente del Cup, nomina benedetta da Luciano “Darwin” Agostini ( ma quest'ultimo dopo le vicende negative della Novico potrebbe avere poche chance tra la gente).
A questo punto però, nonostante a tutti i partiti del centrosinistra la candidatura Canzian vada benissimo, tranne Sinistra Democratica (Emidio Catalucci), si potrebbe andare alle primarie di coalizione. Nel perseguire questo disegno però non bisogna allentare la pressione. Ecco allora la lettera, fatta arrivare ad un solo giornale, da parte del dirigente dell'urbanistica della provincia, l'ing. Ivano Pignoloni, lo stesso che aveva relazionato e posto prescrizioni sul progetto del Polo universitario per il quale Canzian era stato attaccato da Procaccini e Catalucci, quel dirigente che era stato sempre difeso nella sua attività sia dal presidente della Provincia Rossi che dallo stesso assessore Canzian, che scrive di essere stato sottoposto a pressioni, pronto però poi, in una riunione, a fare marcia indietro e a dire che non era suo intento dire quelle cose, fatti cioè lontani dalla verità.
Chi fa la regia di tutti questi accadimenti? Il grande vecchio? Vi diamo elementi per riflettere. Canzian si becca gli strali di Catalucci e Procaccini sul Polo universitario, con elementi dati da chi? Ricordate che anche la ex coordinatrice del Pd comunale Anna Casini lavora all'urbanistica della Provincia? Bene, forse qualcuno ci giudicherà faziosi, costruttori di fantapolitica, ma di elementi ve ne abbiamo forniti parecchi. Non vi fidate di noi, chiedete in giro, ascoltate con le vostre orecchie, annusate l'aria che tira. Cercate le tracce del rinnovamento.