Patti Lateranensi, ottant'anni fa la firma

Patti Lateranensi, ottant'anni fa la firma

La convenzione finanziaria impegnava l’Italia a riparare i danni inferti alla Santa Sede

Vaticano, card. Pietro Gasparri, originario di Ussita (Mc), e Benito Mussolini. Il Trattato garantiva alla Santa Sede una assoluta indipendenza, riaffermando che la religione cattolica è la sola religione di stato, inoltre riconosceva la Santa Sede come soggetto del diritto internazionale in quanto Stato della Città del Vaticano. La Santa sede riconosceva il Regno d’Italia con capitale Roma. La convenzione finanziaria impegnava l’Italia a riparare i danni inferti alla Santa Sede, con l’occupazione di Roma nel 1870 con un versamento di 750 milioni in contanti e di un miliardo di lire in titoli di stato al cinque per cento.
Nello stesso giorno, nel 2009, per celebrare la storica firma, è stata inaugurata la mostra “1929-2009. Ottanta anni dello Stato della Città del Vaticano” visitabile fino al 10 maggio al Braccio di Carlo Magno,in San Pietro, con ingresso gratuito. Sono esposti documenti inediti relativi alle trattative, l’originale del Trattato per la prima volta visibile al pubblico,vi è anche una sezione dedicata alla nascita del nuovo Stato Vaticano, sancito nel Trattato.
Ma come si arrivò a questo accordo? Le trattative  erano iniziate 30 mesi prima, nell’agosto del 1926, con una buona disposizione di Mussolini a definire conciliativamente la questione. Il balletto diplomatico non avvenne tra il Pontefice, Pio XI ed il Re e neppure tra i cardinali e Mussolini, bensì tra due tenaci funzionari che in quei 30 mesi mostrarono equilibrio e pazienza. Si trattava per il Vaticano, del nobile avvocato Francesco Pacelli, fratello di Eugenio, il futuro Pio XII,  che godeva di grande stima nella città Leonina, per l’Italia del prof.Domenico Barone, funzionario proveniente da una modesta famiglia di Napoli, nato nel 1879 che dopo aver vinto il concorso in magistratura a 23 anni era entrato nel 1919 nel Consiglio di Stato. Quest’ultimo fu designato dall’allora ministro della Giustizia Alfredo Rocco di preparare le trattative. Nel 1927 i colloqui si arenarono per contrasti sorti per la nascita dell’Opera Nazionale Balilla ed il conseguente scioglimento degli esploratori cattolici (scouts). Di fatto il fascismo non poteva ammettere la concorrenza degli scouts ai balilla. Ricominciarono le trattative e gli incontri nella massima segretezza fino alla sera del 7 febbraio del 1929 quando circolò la voce tra i giornalisti che l’11 febbraio, festa della Madonna di Lourdes, avrebbe avuto luogo la firma dei Patti.
Né il Vaticano né il regime confermarono. Ci fu persino una smentita il giorno 8 ma due giorni dopo la notizia  ricominciò a circolare nelle redazioni dei giornali. Si seppe poi che era stato il Cardinale Gasparri a comunicarla in maniera soft.
Il giorno fatidico centomila romani e numerosi giornalisti stazionarono in P.za San Pietro, fino a mezzogiorno poi  arrivò l’annuncio. La firma dei Patti era avvenuta ma nel Palazzo di San Giovanni in Laterano. Non era presente nessun giornalista.IL CARDINALE PIETRO GASPARRI
Il segreto era stato voluto da Mussolini in quanto le trattative, fino all’ultimo, rischiarono di naufragare. La scelta del luogo fu consigliata dall’Avv.Pacelli alla delegazione italiana. Il palazzo del Laterano era quello più legato alla storia della Chiesa. Qui vennero celebrati alcuni Concili tra cui quello del 1215 che stabilì il primato del Pontefice romano,qui ebbe sede il Papato per un millennio. Sulle mura della Basilica erano ancora visibili i segni delle cannonate sparate dagli italiani nel 1870 in occasione della presa di Roma.
Pochi furono i privilegiati testimoni alla firma dei Patti. Mussolini giunse alle 11 precise, ad attenderlo l’avv.Pacelli, Mons.Ercole, Mons.Borgoncini Duca. Il capo del governo italiano, accompagnato dal ministro della giustizia Rocco, dal sottosegretario alla presidenza Giunta e degli esteri Dino Grandi, apparve agitato ed imbarazzato.
Mussolini rimase colpito dallo splendore del Palazzo. Nella sala dei Papi un grande tavolo coperto da un tappeto accolse i convenuti. Prima di iniziare la cerimonia il Cardinal Gasparri invitò Mussolini ad appartarsi con lui.
Seguirono momenti di tensione, le due delegazioni si guardarono con apprensione temendo un ripensamento dell’ultimo momento ma poi videro Mussolini assentire sorridendo ed il cardinale che lo ringraziava. Non si è mai saputo cosa si dissero.
Il primo giornale ad uscire in edizione straordinaria, poco dopo mezzogiorno, fu l’Osservatore Romano  i cui dipendenti, allertati da Mons.Gasparri aspettavano da ore alle rotative, gli altri quotidiani uscirono nel pomeriggio dopo aver letto la notizia divulgata dalla agenzia ufficiale Stefani.

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