Caccia alla volpe, operazione per l’equilibrio faunistico

Caccia alla volpe, operazione per l’equilibrio faunistico

La Provincia: «Gli abbattimenti non costituiscono elemento di piacere»

svoltesi nella zona nei giorni scorsi, l'amministrazione provinciale, attraverso un comunicato, fa rilevare che le battute «rientrano nel Piano di abbattimento programmato d’intesa con l’Ambito territoriale di caccia (ATC) e redatto secondo dati di censimento volti alla verifica della densità degli animali per conservare l’equilibrio faunistico – ambientale.
Va sottolineato che sono state effettuate solo due battute, una sabato 7 e l’altra domenica 8 febbraio, comunicate preventivamente all’associazione stessa perché potesse adottare le misure precauzionali contro eventuali  disturbi provocati da personale e cani. I quali, è bene precisarlo, hanno operato a debita distanza poiché gli organizzatori (Ambito Territoriale di Caccia e Polizia Provinciale) avevano avuto disposizioni ben precise di evitare le zone limitrofe al canile.
Quanto alle considerazioni sulla caccia alla volpe, pur rispettando i sentimenti di tutti, non si può non dimenticare che gli abbattimenti non costituiscono elemento di piacere ma, come spiega il Regolamento provinciale in materia di controllo di fauna in soprannumero adottato secondo l’orientamento dell’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e Ricerca ambientale), sono realizzati per mantenere l’equilibrio della catena alimentare e salvaguardare specie autoctone a rischio di estinzione (starna, fagiano, lepri). 
L’obiettivo di queste operazioni è, testualmente, quello di  “tutelare le potenzialità produttive della fauna selvatica stanziale, limitando la predazione sulle specie di interesse venatorio e di salvaguardare le naturali capacità produttive delle popolazioni selvatiche per le specie di interesse naturalistico e conservazionistico. Esso mira inoltre a prevenire o limitare i danni causati alle produzioni agricole ed agli animali di bassa corte nelle aziende agricole ascolane. Il controllo – precisa ancora il Regolamento - non dovrà comunque compromettere la conservazione delle specie bersaglio nel medio e lungo termine, a meno che non trattasi di specie alloctone come la nutria o incompatibili con parte del territorio provinciale come il cinghiale, in cui è prevista la completa eradicazione dalle zone di presenza”».