/Potatura degli alberi, Gigaro 88 critica Travanti
Potatura degli alberi, Gigaro 88 critica Travanti
«Anche quando fa fare qualche intervento corretto Travanti non è credibile perché troppo arrogante»
piante ad Ascoli.
«Quando all’ignoranza si aggiunge la presunzione si ottiene una miscela esplosiva. L’assessore Travanti ne è un fulgido esempio, riguardo alla questione del verde urbano, in particolare dell’abbattimento e potatura delle piante di cui si parla in questi giorni su tutti i giornali con polemiche accanite.
Ci chiediamo, come mai l’agronomo venuto da Ferrara (che lui definisce uno dei maggiori esperti nel settore) riesca ancora a collaborare con un tale esperto potatore di capigliature che si spaccia per grande conoscitore di botanica e arboricoltura. Anche a costo di rinunciare ai soldi delle consulenze, noi al suo posto eviteremmo le figuracce che l’assessore gli sta facendo fare.
La tracotante fermezza dell’assessore si evince dalle sue affermazioni a proposito dell’abete rosso del giardino di Via Barro: “l’abete rosso, a mia conoscenza culturale arborea, rientra nelle più scadenti piante che i consulenti indicano, ribadisco che la mia tenacia amministrativa ha permesso di iniziare le attività di riqualificazione del giardino….”
Egli ha captato qualche notizia sull’abete rosso e parte a spada tratta: per lui comunque è un pezzo di legno da sostituire con qualcosa di più bello, senza considerare il forte valore affettivo che alcuni abitanti del posto gli attribuiscono e che è raro trovare un abete rosso in condizioni sanitarie così buone. Si può anche arrivare al taglio di questa pianta (il problema maggiore casomai non è la qualità della specie ma l’eccessiva vicinanza al muro!), ma deve essere ponderata, partecipata e compresa da tutti i cittadini. L’arroganza e presunzione di Travanti giova solo al tecnico di Ferrara che si è guadagnato così i suoi bei soldini. Serviva scomodare un tale “luminare” per quella che lui definisce “una delle piante più scadenti”. Se ne era convinto perché ha sprecato tanto denaro?
L’assessore dovrebbe sapere che esiste un Istituto Agrario con un Laboratorio Territoriale che da anni opera nel settore, disponibile ad aiutare qualsiasi amministrazione con suggerimenti che farebbero sicuramente risparmiare un sacco di soldi alla collettività, senza comunque togliere lavoro ai liberi professionisti e alle ditte specializzate.
Concordiamo con Travanti solo quando afferma che in passato la situazione non è stata certamente migliore: il problema del verde urbano viene sbandierato nelle campagne elettorali e poi sempre disatteso.
Purtroppo non è possibile sui giornali disquisire di questioni tecniche e si arriva sempre alla polemica inutile e faziosa.
In una patetica conferenza stampa in difesa dei suoi interventi sul verde urbano, in particolare i cedri e i tigli di porta Romana, il giardino delle Tofare, e gli olivi di via Spalvieri, ha dimostrato tutta la sua arroganza. È vero che durante il suo mandato si è impegnato in prima persona, si è documentato e si avvale della consulenza di qualche “esperto”, ha un forte desiderio di migliorare il verde urbano, ma non ha le competenze e soprattutto la sensibilità per farlo e non capisce quanto sia importante ed impegnativo dialogare con i cittadini su temi delicati come questo. Per lui una pianta va trattata alla stregua di una panchina. Se è rotta va sostituita. In tutta onestà alcuni interventi sono corretti: l’eliminazione di alcuni rami dei cedri di fronte al tribunale era indispensabile, ma non si capisce perché invece sono abbandonate le pericolosissime conifere della scarpata di via della Rimembranza che ogni 4-5 anni di media rovinano le auto parcheggiate lungo la via.
Ad una recente conferenza stampa, ha sbandierato le foto degli olivi di via Spalvieri a due anni dal vergognoso intervento di capitozzatura, per far vedere che le piante hanno riformato la loro chioma e quindi che l’intervento era corretto. Qui l’assessore ha raggiunto l’apice della presunzione ed ignoranza. Forse qualcuno aveva affermato che gli olivi sarebbero morti? È stato solamente affermato che era un errore intervenire in modo così drastico (capitozzature esagerate) e con potature eseguite in modo errato (scortecciature, tagli imprecisi). L’assessore dovrebbe sapere che tutto il mondo scientifico ritiene la capitozzatura una pratica assolutamente da evitare e si giustifica solo in situazioni eccezionali: era possibile giungere ad un portamento ideale delle piante gradualmente, con un intervento tecnicamente più corretto che avrebbe lasciato le piante in condizioni estetiche e fitosanitarie migliori di quelle causate da veri e propri tagliatori di legna.
Quando il barbiere-assessore tornerà a fare la professione in cui forse è competente, si troverà senza lavoro se tutti decideranno nel frattempo di radersi sempre da soli a zero i capelli. È quello che lui sta facendo con le piante, senza capire che gli interventi che sta eseguendo caricheranno invece le prossime amministrazioni di costi sempre più onerosi: le piante capitozzate devono essere seguite negli anni successivi con monitoraggi continui e competenze di gran lunga maggiori.
Far vedere la foto degli olivi che hanno rigenerato parte della chioma non dice assolutamente niente e non dà ragione al suo intervento: sarebbe come se avesse fotografato il grande respiro di una persona, per dire che sta vivendo molto bene, quando invece stava riprendendo fiato dopo aver rischiato di affogare.
Ci siamo stati zitti, e di questo siamo rammaricati, riguardo alla potatura eseguita lo scorso anno sulle alberature (tigli) di viale Indipendenza e di altre vie. È stata eseguita in un’epoca assolutamente errata, quando le piante avevano da più di un mese iniziato la ripresa vegetativa. Non ha proprio idea di che cos’è eventualmente la potatura verde: lo dimostra il fatto che le piante hanno poi stentato in tutti i mesi successivi. Forse il suo scopo è farle deperire prima possibile per tagliarle tutte e sostituirle.
Anche quando fa fare qualche intervento corretto il barbiere Travanti non è credibile perché è troppo arrogante. Per qualche concetto di giardinaggio sommariamente appreso crede di capire tutto e travolge tutto e tutti. Se questo atteggiamento è errato in tutti i campi (ricordiamo le sfide ai cittadini dell’Ing. Speranza, eppure su tante cose aveva ragione!), a maggior ragione vale nel settore del verde urbano pubblico e privato in cui la sensibilità e competenza dell’opinione pubblica è notevolmente aumentata anche per la necessità di verde e di qualità della vita.
Approfittando del fatto che la legge regionale glielo consentiva, ha eliminato tutte le piante (Pinus halepensis) della zona Tofare. Uno scempio vergognoso: se qualche pianta poteva essere pericolosa e troppo vicina alle abitazioni, altre potevano essere mantenute. Fra l’altro si trattava di esemplari in ottimo stato e di grande pregio. Una più recente legge regionale, purtroppo non applicabile in casi come questo per la deficienza del legislatore, indica nel pino d’aleppo una delle specie meritevoli di protezione a cui comunque l’assessore doveva prestare maggiore attenzione.
Travanti offende tutti, dà dell’ignorante al presidente di Legambiente perché ha chiamato cedro del Libano un cedro di un’altra specie e non si rende conto che dovrebbe vergognarsi del fatto che l’opuscolo del Comune, con la mappa dei giardini pubblici, divulgata attraverso depliant e su internet, riporta come Acacie piante che invece appartengono alla specie Sophora japonica. Non sarà stato lui l’autore dell’opuscolo, ma comunque ne è sempre il responsabile: ad esso attinge quando deve documentarsi? Prezzavento ha sbagliato la specie botanica, l’assessore invece il genere botanico e l’errore è molto più grave. Ma queste sono disquisizioni di tassonomia che all’assessore conviene non affrontare, rimanendo più vicino al campo della sua professione.
Sono tanti anni che studiamo e ci occupiamo di botanica e di verde urbano e le polemiche, le sfide accese da Travanti con le associazioni culturali e ambientaliste e i cittadini, riducono sempre più le speranze di vedere la nostra città crescere. Il linguaggio degli alberi e della natura è così bello e affascinante che persone complicate e arroganti come Travanti non saranno mai in grado di comprenderlo».