Ugo Cervigni fa scuola di umiltà, passione e dignità al Pd ascolano
Lucio Ventura a ricoprire la carica di presidente della società consortile Start Plus e, da ultimo, ciliegina sulla torta, la “cancellazione” di eventi di lustro culturale, che sarebbe proposta (odore di strumentalità fin sopra i capelli!) per finanziarie coloro che se la passano male nel territorio, fatta niente meno che dal presidente della commissione cultura, nonché presidente dell'Ato 5 e, sembrerebbe unico candidato alle primarie del Pd per la poltrona di Sindaco di Monteprandone, Stefano Stracci (Pd). L'analisi.
Il sit in tanto pubblicizzato nelle pagine dei quotidiani locali, tanto da aspettarsi una piazza Simonetti, di fronte al Palazzo San Filippo, stracolma di gente con conseguente blocco del traffico e centro storico paralizzato, dimostratosi un vero e proprio flop: al massimo 35 persone tra appartenenti al centrodestra e al centrosinistra.
La classica cartina di tornasole che avvalora il sondaggio fatto da noi su 60 persone di genere ed età diverse per valutare quale peso avesse nei pensieri di ogni ascolano il problema della divisione della Provincia.
Così gli “eroi” del sit in hanno ripiegato i propri vessilli e, visto che il travertino della Prefettura , sul quale non hanno davvero perso tempo a sedersi, neppure per farsi una partita a “Tressette” ( visti i partecipanti era l'unica possibilità che restava loro), era freddo, si sono spostati all'interno del consiglio provinciale seduti al caldo e più comodamente su poltrone di velluto giusto in tempo per ascoltare uno scrosciante applauso al presidente Massimo Rossi al termine della sua relazione al bilancio.
E Rossi ha detto chiaro che se quel bilancio non fosse stato votato da una maggioranza che in questi anni di governo aveva sempre scommesso sulla qualità degli interventi programmatori e amministrativi, quei signori si sarebbero assunti la responsabilità del naufragio di un progetto risolutore della recessione del territorio come è quello della riconversione della Sgl Carbon, di tante altre virtuose progettualità e, senti senti, del licenziamento di 47 persone ancora da stabilizzare all'interno dell'ente: come mandare a casa i lavoratori di una fabbrica di medie dimensioni. Intanto all'interno della sala consiliare campeggiavano striscioni dei lavoratori museali preoccupati di perdere il lavoro.
Ora tocca alla cultura. Stefano Stracci, nei panni di Catone il Censore (per la biografia del personaggio storico rimandiamo alle note bibliografiche dell'eminente on. Luciano “Darwin” Agostini contenute nella sua opera omnia “Debello Ascoli”, della quale inizieremo a pubblicare stralci nel breve periodo), aggrotta le sopracciglia, ingoia aria a sproposito tanto da rendere le gote rubizze, e … declama … di fronte agli stabilizzandi, gli unici rimasti ad ascoltare preoccupati della propria sorte, mentre i big della manifestazione “seduta” erano a prendersi l'aperitivo da Meletti, il soliloquio di Amleto per la libera riduzione del regista Luciano “Darwin” Agostini, e la scenografia di Mauro Gionni.
«Pericoli o non Pericoli – abbozza lo Stracci – Marcorè o non Marcorè, questo è il problema: se sia più nobile d'animo spendere soldi dell'amministrazione per realizzare la mostra di Pericoli, o distribuire gli euro a coloro che sono in crisi? Morire, dormire... nulla più. E con un sonno dirsi che poniamo fine al governo del presidente Rossi che rischia di essere rieletto, maledizione lo dice pure il giornale di Confindustria, Il Sole24Ore... È soluzione da desiderare a mani giunte. Morire, dormire. Dormire, sognare forse. Ma qui è l'ostacolo, perché quali sogni possano assalirci in quel sonno di morte quando siamo già dipanati dal groviglio mortale, ci trattiene. Sto cavolo di Rossi piace pure a certi del centrodestra. È la remora, questa, che di tanto prolunga la vita ai nostri tormenti. Chi vorrebbe, se no, sopportar le frustate e gli insulti del tempo, le angherie del tiranno ( si riferirà Stefano “Shakespeare” Stracci all'on. Luciano “Darwin” Agostini?) il disprezzo dell'uomo borioso (forse Emidio “quaquaraquà” Mandozzi ?), le angosce del respinto amore ( si tratterà di Pietro Colonnella?), gli indugi della legge (avrà timore Stefano “Shakespeare” Stracci della legge divina e delle sue punizioni per le questioni delle quali gli tocca farsi portatore per procedere nella carriera politica?), la tracotanza dei grandi (beh, qui ci pare inutile ipotizzare riferimenti...), i calci in faccia che il merito paziente riceve dai mediocri, quando di mano propria potrebbe saldare il suo conto con due dita di pugnale? (corbezzoli, Stefano “Shakespeare” Stracci pare stia leggendo nel pensiero del presidente Massimo Rossi?) Chi vorrebbe caricarsi di grossi fardelli, imprecando e sudando sotto il peso di tutta una vita stracca, se non fosse il timore di qualche cosa dopo la morte, la terra inesplorata donde mai non torna alcun viaggiatore, a sgomentare la nostra volontà e a persuaderci di sopportare i nostri mali piuttosto che correre in cerca d'altri che non conosciamo?( gli stabilizzandi che non portano voti?) Così ci fa vigliacchi la coscienza; così l'incarnato naturale della determinazione si scolora al cospetto del pallido pensiero. E così imprese di grande importanza e rilievo (… la riconversione Carbon) sono distratte dal loro naturale corso: e dell'azione perdono anche il nome. Pericoli o Marcorè? La Gobbi è il problema: fa pure progetti che funzionano in campo nazionale e portano gente nel territorio e ci fa salire di 22 posti in classifica tra le province italiane insieme a quel maramaldo di Rossi».
Insomma Stracci, uomo “underground” poiché si dice appartenente al sub gruppo del Pd ascolano, e per lui gli assessori del suo partito che stanno in giunta, non poteva pensare a questi alti propositi due anni fa quando questi progetti culturali furono varati e cofinanziati dalla Regione Marche, dove l'attuale on. Luciano “Darwin” Agostini era pure vice presidente? Ci sembra persino scontato dire ai lettori che una mostra di Tullio Pericoli porterà economia e promozione nel territorio piceno e del territorio piceno, quindi lavoro per gli operatori museali. O questi sono cittadini di un'altra provincia?
Ora tocca alle presunte incompatibilità del capogruppo Pd Lucio Ventura alla presidenza della Start Plus. Antonio Albunia, presidente della commissione bilancio, parla di voto di scambio e di incompatibilità di Ventura (Pd) alla carica di presidente della Start Plus poiché nella sua veste di consigliere provinciale sarebbe controllato e controllore.
Albunia è talmente convinto di queste sue ragioni che cita anche due lettere, una del dirigente provinciale Emidio De Angelis e l'altra del segretario generale Gracco Vittorio Mattioli, che depongono per l'incompatibilità dello stesso Ventura. Lucio Ventura argomenta di contro che ha presentato una memoria redatta da un suo avvocato che dice l'opposto poiché la società consortile Start Plus non è direttamente partecipata dalla Provincia di Ascoli, quella partecipata direttamente è la Start Spa e quindi per Ventura tutto sarebbe ok.
Il bello è che il segretario Gracco Vittorio Mattioli, facendo onore al suo nome latino, ci dice nelle more del Consiglio: «è stato tutto imboscato». Complimenti vivissimi per la coerenza politica: al Comune di Ascoli i consiglieri del centrosinistra, Pd in testa, chiedono la ... testa degli assessori che governano le partcipate del Comune e dello stesso sindaco Celani, presentano esposti alla magistratura sul tema. In Provincia il Pd vede “orizzonti” diversi (strabismo di Venere). Una volta, ma è chiaro siamo all'era paleolitica della politica a sinistra (ne è testimone visto l'ambito storico l'on. Luciano “Darwin” Agostini), c'erano regole certe nel Pci di Enrico Berlinguer: prima di tutto ci si dimetteva o si veniva dimessi. La questione morale era un fatto sconosciuto.
Oggi è al primo punto dell'ordine del giorno. Ahi, Ahi, sarebbe davvero tutto nero se non ci fosse stato un discorso di alto livello da parte di Ugo Cervigni, un consigliere provinciale del Pd: non appartiene a sottogruppi, non riesce neppure a pensarli. Cervigni riesce con le sue parole chirurgiche sull'intervento di Stracci a recuperare il rapporto che ogni cittadino potrebbe avere con la prassi politica, diversamente si producono astensioni dal voto, come è accaduto in Abruzzo recentemente, del 47% in meno di elettori alle urne. Nell'intervento appassionato di Cervigni torna a vivere l'utopia, a volte divenuta realtà, dell'uomo al servizio della comunità senza interessi da difendere che non il bene comune: l'amministrazione Rossi ne è esempio.
Un plauso alla sua dignità che lo rende estraneo dal sottobanco imperante in certe schiere piduine ascolane.