Giustizia: crescono le sentenze, ma aumentano le cause

Giustizia: crescono le sentenze, ma aumentano le cause

Processi lunghi: liquidati quasi 1,5 milioni di euro tra l'1 luglio 2000 e il 30 giugno 2008

I dati, relativi al periodo compreso tra l'1 luglio 2007 e il 30 giugno 2008, emergono dalla relazione per l'apertura dell'Anno giudiziario 2009 che verrà illustrata domani ad Ancona da Alberto Taglienti, facente funzione di presidente della Corte d'Appello (ruolo attualmente vacante dopo il traferimento di Mario Buffa a Lecce). E' evidente che condizioni simili non possono che allungare i tempi dei processi, oltre a far crescere il rischio di prescrizione dei reati.
Non va meglio in appello per i giudizi di lavoro e previdenza, arrivati a 3.006 unità: i 648 processi definiti grazie all'aumento di produttività e a un'organizzazione più efficiente, non bastano ad abbattere l'arretrato di 2.333 processi, anche per i 1.317 nuovi procedimenti. A dimostrare la mancata inversione di tendenza, tra gli altri, il Tribunale di Ancona. Nel civile, nonostante la conclusione di 13.976 cause, il saldo finale è di 12.141 procedimenti aperti (+ 62 cause) a fronte di 12.079 iniziali e 14.038 sopravvenuti. Anche nel penale, ad Ancona, i giudizi pendenti crescono di 45 unità (372 iniziali, 1.488 sopravvenute, 1.366 esaurite, 417 pendenti). In deciso aumento, in virtù delle nuove competenze attribuite, i carichi di lavoro dei giudici di pace nel settore penale. Ad Ancona a giugno del 2008 risultavano in corso 504 processi a fronte dei 251 già presenti nel luglio 2007.

Processi lunghi: liquidati quasi 1,5 milioni di euro
Per violazione del principio di ragionevole durata del processo, la Corte d'appello delle Marche ha liquidato 1,46 milioni di euro tra l'1 luglio 2000 e il 30 giugno 2008. Ma oltre ai danni provocati dalle lungaggini della giustizia, a pesare sul suo funzionamento vi sono anche le somme liquidate per il gratuito patrocinio a spese dello Stato anche nei casi di imputati irreperibili o impossidenti difesi d'ufficio. Nel primo trimestre 2008 sono ammontate a 1,41 milioni di euro (1,7 nel secondo semestre 2007), superiori a quelle assegnate per il funzionamento degli uffici.


Sono 87 i fallimenti di società dichiarati ad Ancona tra l'1 luglio 2007 e il 30 giugno 2008, e la città supera ampiamente gli altri capoluoghi marchigiani, facendo registrare 282 istanze fallimentari. Ci sono numeri da brivido nella relazione di apertura dell'Anno giudiziario 2009, anticipata oggi, considerando che i dati riguardano un periodo precedente al picco della crisi finanziaria internazionale.
Lo scorso anno, nel capoluogo di regione risultavano ancora aperte 874 procedure fallimentari. A seguire c'erano Ascoli Piceno (487), Fermo (462), Macerata (390) e Pesaro (317).
La triste classifica cambia se si contano i fallimenti sopravvenuti nel periodo considerato dalla relazione: dopo Ancona si piazza Macerata (41); seguono Fermo (35), Ascoli Piceno (30) e Pesaro (21). A Pesaro c'è un'impennata dei dati relativi alle istanze di fallimento, cioè le richieste di creditori che possono precedere la vera e propria dichiarazione di crac: Pesaro segue infatti Ancona (282) e Macerata (149), con 138 istanze fallimentari (80 delle quali già pendenti). A Fermo le istanze sono 106, ad Ascoli Piceno 96.

Nelle Marche la Direzione regionale del lavoro ha riscontrato irregolarità nel 60% delle aziende ispezionate (5.447 su 9.057) tra l'1 luglio 2007 e il 30 giugno 2008. E' quanto emerge dalla relazione di apertura dell'Anno giudiziario 2009 che si terrà domani ad Ancona. Dai controlli sono emersi 2.466 lavoratori in nero, mentre è risultata irregolare la posizione di altri 9.679 addetti. Anche negli anni passati, la cerimonia di apertura dell'anno giudiziario è stata in parte dedicata ai pericoli derivanti dall'economia sommersa e dall'inosservanza delle normative per l'impiego di lavoratori e per la tutela della sicurezza sul lavoro. A questo proposito, nel periodo in questione, l'Inail ha registrato 17 casi di infortuni mortali sul lavoro non causati da incidenti stradali.