Il rischio da scongiurare è penalizzare ulteriormente chi già oggi è vittima di sfruttamento
coordinatore generale dell’associazione che ha sede a Martinsicuro e che da anni opera nei settori della prostituzione e della tratta di esseri umani, è stato ascoltato in una riunione congiunta delle commissioni affari costituzionali e giustizia del Senato, presiedute da Carlo Vizzini e Filippo Berselli.
L’invito è stato rivolto ai rappresentanti delle associazioni (Asgi, Gruppo Abele, On the Road, Caritas Italiana, Coordinamento Nazionale Comunità di Accoglienza, Comitato per i Diritti Civili delle Prostitute, Comune di Venezia, Consorzio Nova, Cooperativa Sociale Dedalus, Save the Children) che nel luglio 2008 hanno promosso il documento intitolato “Prostituzione e Tratta, Diritti e Cittadinanza – Le proposte di chi opera sul campo” (http://www.ontheroadonlus.it/images/stories/DocProsTratta31luglio08.pdf ), poi sottoscritto da 116 enti pubblici e non profit (di cui 86 enti non profit, 4 Regioni, 2 Direzioni Sanitarie Regionali, 8 Province, 14 Comuni, 1 Sindacato nazionale, 1 istituzione provinciale).
Obbiettivo di On the Road e delle associazioni che hanno condiviso le posizioni sintetizzate nel documento è quello di portare all’attenzione dei parlamentari (e del Governo) i buoni risultati del lavoro svolto da chi da anni opera sul campo, tenendo conto della complessità di un fenomeno che spesso si intreccia con i problemi dell’immigrazione, dello sfruttamento e della tratta di esseri umani.
Il rischio da scongiurare, sull’onda delle semplificazioni introdotte con l’approvazione del disegno di legge Carfagna e di tante ordinanze che vietano la prostituzione in strada, è quello di penalizzare ulteriormente chi già oggi è vittima di sfruttamento e di tratta, senza affrontare il tema della prostituzione nella sua complessità ma limitandosi a renderlo meno visibile.
L’esperienza dimostra invece l’efficacia di interventi tesi a:
- impegnare le forze dell’ordine e gli apparati giudiziari nel contrasto alle reti criminali, potenziandone l’azione ed evitando perciò di usare il diritto penale contro prostitute e clienti;
- formare le forze dell’ordine a riconoscere le persone sfruttate e ridotte in schiavitù;
- attivare, dove i cittadini manifestano disagio per la presenza della prostituzione, azioni di mediazione sociale che, coordinate dagli Enti locali e condotte dalle associazioni, permettano di affrontare i motivi dei conflitti e di trovare soluzioni ragionevoli e soddisfacenti per tutti i soggetti coinvolti;
- prevedere opportunità alternative – sostegno sociale e inserimento lavorativo – a chi vuole abbandonare la prostituzione;
- offrire reale tutela alle vittime di tratta e di sfruttamento garantendo loro il pieno accesso all’assistenza e al permesso di soggiorno come sancito dall’art. 18 del Testo Unico sull’immigrazione e dalla legge 228/2003 contro la tratta di persone, oggi non sempre applicati correttamente.
Queste proposte saranno al centro dell’audizione di giovedì 22 gennaio, insieme peraltro ad una critica puntuale del disegno di legge Carfagna che non convince perché, penalizzando chi si prostituisce in strada, colpisce donne e minori spesso vittime di sfruttamento, non considera che chi si prostituisce, anche per libera scelta, non commette reati, semmai spesso ne subisce, e non tiene conto del fatto che, già oggi, la violenza, lo sfruttamento e la riduzione in schiavitù sono ampiamente praticati nei luoghi dove viene esercitata la prostituzione al chiuso.
“Spingere ancora di più la prostituzione verso luoghi chiusi significherebbe rendere le donne sfruttate irraggiungibili dagli operatori sociali e dalle stesse forze dell’ordine – dichiara Marco Bufo, coordinatore generale di On the Road – Vogliamo spiegare alle due commissioni del Senato quanto, secondo la nostra esperienza, il provvedimento proposto dal Ministro Carfagna rischi di ripercuotersi contro le stesse persone che essa sostiene di voler tutelare”.