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Sturani: non ho preso soldi da nessuno, nessun tesoretto
«Non mi sento tutelato né come semplice cittadino né come amministratore pubblico»
movimenti patrimoniali". Lo ha ribadito il sindaco di Ancona Fabio Sturani, ieri durante la prima seduta del consiglio comunale del 2009, che in apertura è stata dedicata alla richiesta della procura di archiviazione per prescrizione dell'inchiesta sulla vendita dell'area portuale ex Ccs, in cui il primo cittadino figura tra gli indagati per corruzione. Sturani ha potuto vedere il documento solo oggi e, nel suo intervento, si è detto "allibito" da alcuni elementi in particolare sotto il profilo patrimoniale. "I veri numeri - ha sottolineato - dicono che ho contratto un mutuo di più di 300.000 euro, garantito dall'abitazione di mia madre e, nonostante ciò, nel documento del pm si afferma che io sarei stato favorito dal sistema creditizio anconetano, come se il pm fosse la Banca d'Italia".
Nessun "tesoretto", "solo un mutuo per pagare alcuni debiti" e lavori di miglioria della casa. E ancora Sturani ha ribadito in aula la regolarità dei contributi elettorali di Alberto Rossi (anche lui indagato) e della sua assunzione presso la Servizi Assicurativi, riconducibile a Rossi. E altri dati sono "completamente scorretti, acquisiti con superficialità e senza verifiche". Come "i 13 libretti al portatore attribuiti alla mia persona, che invece fanno capo al Comune, sono depositi cauzionali regolarmente dichiarati nei rendiconti annuali dell'amministrazione". O ancora altri dati, relativi alla sua abitazione - "mi si attribuisce un appartamento di 300 mq, mentre il mio arriva a 150" - e al canone di affitto "troppo basso, senza sapere che è stato contratto 24 anni fa". Infine "contrariamente al fondamentale principio che ciascuno è innocente fino a che non viene provato il contrario, sembra quasi che io sia moralmente responsabile per non avere saputo dare spiegazione sulla mia situazione patrimoniale. Spiegazione che peraltro non mi è stata mai chiesta dal pm". Il sindaco ha parlato di "accanimento accusatorio". "Il risultato - ha concluso - è che non mi sento adeguatamente tutelato né come semplice cittadino né come amministratore pubblico".