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Crisi del gas, falliscono i negoziati a Bruxelles
Il ministro Scajola: «Abbiamo riserve adeguate per due mesi»
vari Paesi europei per dirimere la controversia a proposito del blocco delle forniture di gas da parte della Russia. Dopo una giornata di intense trattative, quando l’accordo sembrava raggiunto, grazie anche all’intervento del Presidente della Commissione Europea Manuel Barroso, in serata l’intesa è naufragata per il rifiuto da parte del colosso russo Gazprom di firmarla in quanto l’Ucraina ha negato l’ingresso di osservatori russi sul suo territorio perché i rappresentanti UE,secondo Gazprom, dovevano essere affiancati da quelli russi.
La ripresa delle forniture di gas russo verso l’Ucraina, e quindi verso l’Europa, sembra ora allontanarsi. In ogni caso la missione di osservatori dell’Unione Europea, composta da 12 esperti partirà egualmente alla volta dell’Ucraina.
Andris Piebalgs, commissario UE all’energia ha detto: “non possiamo costringere Kiev ad accettare osservatori russi sul suo territorio, è una questione che devono risolvere da soli”.
Il ministro degli esteri Frattini ha dichiarato: "l’Europa non può essere ostaggio di dispute commerciali fra Russia ed Ucraina”. Frattini ha anche accennato a possibili contromisure all’interno di meccanismi di solidarietà “noi – ha detto – potremmo aiutare la Slovenia in caso di drammatica necessità attingendo alle nostre riserve di gas”.
Il ministro dello Sviluppo economico Claudio Scaiola si è così espresso: "è una crisi difficile ma passeremo l’inverno, riusciremo a garantire gas ed energia ad imprese e famiglie,rispetto alla situazione dell’inverno 2005-2006. Abbiamo riserve adeguate per due mesi ma auspichiamo che il problema si possa risolvere nei prossimi giorni- ha poi proseguito - a breve riprenderà l’attività di estrazione del gas e del petrolio nell’Adriatico poiché, nel provvedimento sullo sviluppo economico,che ha già ricevuto il via libera dalla camera, è prevista la cancellazione della clausola introdotta dall’ex ministro dell’ambiente Ronchi, sul divieto di estrazione nel mare Adriatico”.
Questo tipo di attività è attualmente praticata su larga scala dalla Croazia. Comunque possiamo stare tranquilli perché sotto il nostro territorio ci sono riserve di gas e petrolio per oltre 100 miliardi di euro.