Zagarolo, presenze invisibili nel museo del Giocattolo

Zagarolo, presenze invisibili nel museo del Giocattolo

Di recente una medium ha rilevato la presenza di strane entità

situato nel cinquecentesco Palazzo Rospigliosi. I Rospigliosi,famiglia nobile, entrarono in possesso del fabbricato nel 1670 quando un loro congiunto,Giovan Battista, acquistò dai Ludovisi il Ducato di Zagarolo per ben 885.000 scudi. I Ludovisi avevano ottenuto il Ducato nel 1622 allorchè il cardinale Ludovico Ludovisi nipote del papa Gregorio XIII, lo comprò da Pier Francesco Colonna per 860.000 scudi.I Colonna possedevano i territori di Zagarolo  e quelli circostanti fin dall’anno 1000 ma solo nel 1569 Pio V li assegnò come feudo a donna Vittoria Colonna, madre di quel Pompeo Colonna che nel 1571, per celebrare la vittoria ottenuta a Lepanto contro i Turchi avviò i lavori per trasformare la preesistente  fortezza medievale in Palazzo Ducale.
Questa abitazione dei Duchi di Zagarolo fu testimone di eventi di grande rilevanza storica ma anche di tragici avvenimenti. Lo stesso Pompeo uccise a pugnalate in un giardino interno del Palazzo la suocera.Nel 1606 in questo maniero trovò rifugio Michelangelo Merisi detto il Caravaggio che era fuggito da Roma per evitare una condanna a morte dopo aver ucciso un uomo. Nel 1685 pernottò al suo interno papa Sisto V giunto nel feudo dei Colonna per assistere ai lavori dell’Acquedotto Felice. Furono ospiti dei Rospigliosi Carlo III di Borbone ed il poeta Vittorio Alfieri. Durante la seconda guerra mondiale,il palazzo fu utilizzato dai tedeschi come ospedale militare e poi ricovero per gli sfollati. Dopo un parziale restauro nel 1950 la principessa Elvina Pallavicini, ultima proprietaria dei discendenti Rospigliosi, vendette l’immobile al Comune di Zagarolo.
L’attuale destinazione del palazzo a Museo del Giocattolo, nasce dalla volontà del Comune di acquistare  la collezione Billig- Palmieri comprendente ben 800 pezzi distribuiti in 14 sale,  interamente dedicate all’esposizione di giochi e giocattoli, con una attenzione particolare ai legami tra giocattolo  e realtà sociale e culturale.Il Museo di Zagarolo è divenuto, dopo recenti acquisizioni,il più grande Museo del Giocattolo in Italia ed uno dei maggiori d’Europa dopo quelli di Salisburgo, Praga e San Pietroburgo.
Nelle sale sono esposti modellini ferroviari della ditta americana Lionel risalenti agli anni trenta, stazioni ferroviarie con porticato della ditta tedesca Karl Bub risalente agli anni 40; una vetrina è dedicata ad automi prodotti in Germania negli anni venti e trenta che illustrano arti e mestieri.Nutrita l’area dedicata ai giochi di guerra: soldatini di ogni epoca e tipologia , una piccola giostra  in lamiera litografata  fedele riproduzione del Prater di Vienna. Alcune sale sono dedicate alle bambole ed ai loro accessori, dalle Lenci alle Furga degli anni venti, un esemplare tedesco di fine ottocento con la testa in biscuit,segue poi una sala con rappresentazioni dell’arte circense con un circo francese degli anni quaranta con burattini in piombo, ballerine, suonatori ambulanti, una orchestrina jazz di topolini di fabbricazione americana risalente agli anni trenta, vero gioiello meccanico e musicale prodotto dalla ditta Marx. Una sala è dedicata al ferromodellismo, gioia e sogno di grandi e piccoli. Vi è allestito un unico e grande impianto ferroviario di 25 mq in scala O. E’ stato realizzato con elementi di note ditte di ferromodellismo quali Marklin, Hornby e Lionel.Le sette stazioni ferroviarie riproducono epoche diverse, si alternano a gallerie, passaggi a livello, fattorie, case, alberi, lampioni ricreando così un paesaggio urbano e rurale di epoche diverse. E poi ancora tram, elicotteri, un modellino dello Zeppelin degli anni 40, camion, taxi, pullman, navi, teleferiche. Di recente questo palazzo, ci è stato riferito, ha ospitato anche una medium che ha rilevato la presenza di entità, povere anime tormentate le quali forse, staranno cercando in queste sale giochi e strumenti della loro infanzia. 

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