«Il progetto ha un grande valore sociale ed economico»
«La netta presa di posizione - spiega una nota di Legambiente - è motivata da tre punti fondamentali:
1) Il progetto ha un grande valore sociale ed economico. L'intervento sarebbe effettuato da un soggetto pubblico ( cioè avrebbe come 'attore' principale una società pubblica costituita dalla Comunità Montana di Camerino e dagli stessi Comuni interessati) senza quindi il rischio di investimenti speculativi di chi può vedere nelle nostre montagne solo un luogo da “saccheggiare”. Va evidenziato inoltre che il progetto rappresenta il frutto di un lungo percorso di studi, confronti e condivisione che solamente ora stava trovando il suo sbocco finale.
2) L'impostazione del progetto ha lo scopo di distribuire i benefici sul territorio invece di lasciarli nelle sole mani di privati o dei soli comuni ospitanti che spesso, costretti da “ragioni di cassa”, sono tentati di accaparrarsi ognuno le proprie pale con l'esito scontato di uno snaturamento totale del paesaggio appenninico che invece rappresenta la vera fonte “energetica” per lo sviluppo delle aree interne. Gli introiti che si ricaverebbero dall'operazione di questo tipo di parco eolico, andrebbero a ricadere nel territorio stesso e quindi sarebbero sicuramente di aiuto in un periodo come questo di grande difficoltà in particolare per gli abitanti della montagna.
3) L'impianto è uno degli strumenti del Piano Energetico Ambientale Regionale e in tale ottica deve essere guardato. Esso deve fornire il proprio contributo all'attuazione del Piano insieme alle altre fonti rinnovabili come le biomasse e il fotovoltaico e soprattutto al risparmio e all'efficienza energetica cioè al cuore del PEAR. Così si potrà scongiurare non solo il pericolo del nucleare, ma anche la realizzazione di megastrutture come la centrale elettrica a ciclo combinato Turbogas di San Severino Marche, estranee alla realtà sociale e paesaggistica delle Marche. I costi ambientali, sociali ed economici del “non fare” sarebbero oggi e sicuramente ancora di più nel futuro maggiori rispetto a quelli del “fare”.
«E' necessario - secondo Legambiente - seguire questa linea di condotta anche nelle politiche “energetiche” per poter dire no alle megacentrali ed a una diffusione incontrollata degli impianti eolici ma si a tutti quegli interventi di risparmio in primis da fotovoltaico, eolico, mini eolico, biomasse che sono compatibili con la tutela del paesaggio e la conservazione delle risorse ambientali.
Pur comprendendo le preoccupazioni della Soprintendenza (che poco tempo fa ha annullato le autorizzazioni paesaggistiche della Regione) - conclude la nota - bloccare la realizzazione di questo impianto sarebbe un errore grave».