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Ecologisti Pd: a rischio l'acqua pubblica in Italia
«Larticolo 23 bis della Legge n. 133 del 06.08.2008 prevede la privatizzazione dell'acqua»
Spinetoli. «E' passato nel silenzio e nell’indifferenza quasi generale - aggiunge Del Moro - l’articolo 23 bis della Legge n. 133 del 06.08.2008 di conversione con modifiche del Decreto Legge 112 del 25.06.2008, che prevede tra l’altro, la privatizzazione dell'acqua pubblica in Italia.
Il 5 agosto 2008, il Parlamento italiano ha infatti votato l’articolo sopra citato che affida "il conferimento della gestione dei servizi pubblici locali, in via ordinaria, a favore di imprenditori o di società in qualunque forma costituite individuati mediante procedure competitive ad evidenza pubblica, nel rispetto del Trattato che istituisce la Comunità Europea".
Ciò al fine - afferma l’articolo - "di favorire la più ampia diffusione dei principi di concorrenza, di libertà di stabilimento e di libera prestazione dei servizi di tutti gli operatori economici interessati alla gestione di servizi di interesse generale in ambito locale".
Di fatto l’articolo 23 bis, “servizi pubblici locali di rilevanza economica”, sancisce che l'acqua in Italia non sarà più un bene pubblico, e dunque sarà gestita probabilmente da multinazionali internazionali, forse le stesse che già possiedono le acque minerali.
Padre Alex Zanottelli contrario alla privatizzazione, ha ribadito che l’acqua è un diritto fondamentale dell’uomo ed ha avuto anche uno scambio epistolare con Walter Veltroni sull’argomento.
Il Comitato Italiano del”Contratto mondiale sull'acqua” si sta mobilitando con varie iniziative.
Nell'inchiesta giornalistica di Paolo Rumiz sul quotidiano “La Repubblica” del 14.11.08, dal titolo "Acqua s.p.a: la rivolta dei sindaci", evidenzia la "resistenza” che parte dal basso e che contesta una norma che obbliga i Comuni a mettere la gestione delle reti idriche sul mercato dal 2011 e ciò anche quando i servizi funzionano perfettamente e i conti tornano.
Noi Ecologisti Democratici - prosegue Del Moro - nel lanciare l’allarme sull’assenza di tale notizia nei mass-media, sia a livello nazionale che a livello locale, auspichiamo quantomeno che a tale problematica venga attribuito il giusto interesse e se ne discuta senza pregiudiziali, nelle sedi istituzionali e politiche, anche per i risvolti che potrebbero verificarsi sulle bollette,di solito in notevole aumento con la privatizzazione.
Siamo inoltre consapevoli dell’importanza che rappresenta una corretta gestione del ciclo integrato dell’acqua, nel contesto dello sviluppo socio, economico, ambientale di tutta l’Italia e ovviamente anche, in particolare, del territorio piceno, invitiamo pertanto a non sottovalutare la situazione».