La Provincia mantiene la leadership regionale con oltre 4 milioni di presenze sino ad agosto
un bilancio per meglio comprendere come agire in futuro, anche in relazione a quanto raccolto con le politiche promozionali messe in campo da più parti, a volte in maniera disomogenea.
Come già evidenziato dalla Regione stessa, i dati quest’anno (periodo di riferimento gennaio-agosto 2008 rispetto agli stessi dello scorso anno) sono negativi dato che vi è stata una diminuzione sia degli arrivi (-0,4%), sia delle presenze (-4,4%), dati comunque positivi rispetto all’Italia ove le perdite sono più pesanti. La Provincia di Ascoli Piceno mantiene la leadership a livello regionale con oltre quattro milioni di presenze sino ad agosto, e con circa 476 mila arrivi si trova alle spalle sia dalla Provincia di Pesaro-Urbino, sia da quella di Ancona, come lo scorso anno. C’è inoltre da dire che circa il 57% degli arrivi sinora registrati si hanno solo nei mesi di luglio ed agosto. Ancor più significativo il dato delle presenze: circa il 75% delle presenze registrate nel Piceno da gennaio ad agosto si hanno nei periodi estivi. Ciò a dimostrazione che il turismo nostrano è prettamente balneare.
Ricapitolando, se la situazione degli arrivi rimane stazionaria rispetto allo scorso anno, nel Piceno vi è un sensibile calo delle presenze (-9,4%). Le cause possono essere molteplici ma la principale non può non far riferimento alla crisi economica che sta attanagliando l’intera penisola italiana e che, inevitabilmente, influisce negativamente sulle abitudini di spesa degli italiani. Ciononostante, chi ha soggiornato nel Piceno lo ha fatto per maggior tempo dato che la permanenza media si è attestata sui 9 giorni (7,3 giorni il dato regionale) arrivando ad un picco di ben 11,6 giorni nel periodo luglio-agosto (9,8 giorni il dato regionale). Analizzando qualitativamente il dato, si deve constatare che il turismo nella Provincia di Ascoli Piceno è quasi esclusivamente italiano (circa l’88%) con un aumento delle degli arrivi e delle presenze nelle strutture alberghiere rispetto a quelle extra (B&B, residenze, case, campeggi) che subiscono un calo pur avendo comunque dei numeri, a livello assoluto, doppi rispetto agli alberghi. Per quanto riguardo gli stranieri, aumentano (+1%), seppur di poco, gli arrivi nel Piceno (soprattutto negli esercizi complementari) ma vi è un calo sensibile delle presenze (-18%). Come permanenza, chi sceglie le strutture alberghiere soggiorna la metà delle notti rispetto a coloro che preferiscono altre alternative (7 contro 14 giorni). Il calo dei turisti stranieri è legato al minor afflusso di turisti inglesi e tedeschi.
Questi dati aggregati ci fanno capire come la meta turistica “Piceno” regga ancora, nonostante la crisi economica che ha colpito tutta l’Italia, con naturali tagli al bilancio familiare nel comparto turistico. Per migliorare in futuro il dato relativo alle presenze – e quindi alla capacità del nostro territorio di far soggiornare quanti più giorni i turisti che arrivano nel Piceno – occorre un’accoglienza migliore e maggiormente competitiva rispetto alla concorrenza, non trascurando ma elevando la qualità dei servizi, senza la quale le presenze calerebbero ancor di più.
In vista della nascita della Provincia di Fermo, inoltre, il Servizio Turismo della Provincia ha realizzato uno studio sui dati relativi al periodo gennaio-agosto 2008 proporzionale alle due entità territoriali. Il primo dato è che la ripartizione percentuale delle “presenze” si è attestata al 57% per la Provincia di Ascoli Piceno e al 43% per quella di Fermo, gli stessi coefficienti di ripartizione che si stanno utilizzando per la divisione dei beni. Diverso è il discorso relativo agli arrivi, dove l’Ascolano fa registrare un 63% rispetto al 37% del Fermano. Di converso, la permanenza media è maggiore nella Provincia di Fermo (10,4 giorni) rispetto ad Ascoli (8 giorni).
Focalizzandoci sulla nuova Provincia di Ascoli Piceno, i dati sono confortanti: aumentano gli arrivi (+4,1%), soprattutto italiani, e le presenze diminuiscono, ma solo del 2,4%. Il comune di San Benedetto del Tronto mantiene la leadership provinciale come meta turistica, mantenendo anch’essa un trend positivo negli arrivi ma un calo delle presenze. Il soggiorno balneare mantiene la propria predominanza a livello turistico. L’81% degli arrivi ed il 90% delle presenze nell’intera Provincia Picena sono legati al mare. In effetti, è preoccupante il significativo calo del turismo montano, soprattutto a livello di presenze. Stazionari gli arrivi nel totale (i maggiori arrivi italiani compensano le perdite straniere). Inversione di tendenza del turismo “collinare” rispetto al resto: diminuiscono gli arrivi ma aumentano le presenze (permanenza media di circa 4 giorni) mentre va bene il turismo legato alle città d’arte (si è tenuto conto solo del comune di Ascoli Piceno) che migliora praticamente sotto tutti i punti vista: +13,1 gli arrivi, +7,1 le presenze.
Piuttosto negativi i dati turistici nel Fermano. Al calo delle presenze riscontrato generalmente, si associa anche un calo degli arrivi preoccupante (-21%). A tale dato contribuisce sensibilmente il calo delle presenze straniere (più della metà rispetto allo scorso anno) nonostante quello degli arrivi sia piuttosto contenuto. Nella Provincia di Fermo il soggiorno balneare attualmente incide intorno al 54% rispetto al totale delle presenze ed intorno al 59% rispetto al totale degli arrivi. I comuni più virtuosi sono quelli di Porto S.Elpidio e Altidona i quali fondano il proprio turismo sulle strutture extra-alberghiere mentre Porto San Giorgio accoglie i propri turisti quasi totalmente nelle proprie strutture alberghiere.
La leadership turistica la ottiene il comune di Fermo che riesce a coniugare il turismo legato all’arte con quello legato al mare disponendo Fermo di ampi tratti di costa: ben il 40% delle presenze legate a Fermo coprono il totale delle presenze provinciali. A differenza dell’ascolano, il turismo montano nel Fermano ha subito un balzo in avanti abbastanza significativo, soprattutto a livello di presenze. In ogni modo, il peso del turismo montano in questo contesto è abbastanza limitato (6 Comuni per un 2% del totale presenze nel Fermano). Il turismo collinare ha lo stesso trend del territorio ascolano: maggiori presenze ma meno arrivi.
Di fronte a una sostanziale contraddittorietà dei dati, la cui lettura evidenzia situazioni diverse sul territorio Piceno, è necessario un confronto ad ampio raggio. Istituzioni, Enti, Consorzi, Associazioni di categoria, imprenditori debbono necessariamente e congiuntamente riflettere sul futuro della “risorsa” turismo pensando che soltanto una politica di concertazione tra i territori permetterà di affrontare in maniera concreta i problemi e trovare le adeguate soluzioni.
L’idea di una politica turistica circoscritta esclusivamente al proprio territorio è di per sé dannosa ed assolutamente da evitare. L’appeal turistico del Piceno è dato dalla articolazione delle sue risorse (arte, paesaggio, gastronomia) che vanno promosse globalmente. A tal proposito, ritengo utile e necessaria la convocazione di un seminario di lavoro ove, alla luce dei dati riportati, tutti gli attori possano affrontare la situazione e fornire risposte concrete».