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Rapinano le banche per giocare ai cavalli, 3 arresti
Uno, impiegato alle poste, rimetteva in circolazione il denaro macchiato dalle mazzette civetta
rapine smantellata dalla polizia di San Benedetto nell'operazione "Dirty money 2". Un terzetto accusato di aver messo a segno 13 colpi in banca in meno di tre anni, per poi utilizzare il denaro in puntante al casinò o alle corse dei cavalli. In manette sono finiti Paolo Pennacchione, 34 anni, residente ad Alba Adriatica (Teramo), Andrea Simone, 34, di Pescara, e Antonio Nicolai, anch'egli pescarese, di 54 anni.
Secondo il dirigente del Commissariato di San Benedetto del Tronto, Marco Fischetto, i primi due eseguivano materialmente le rapine, mentre Nicolai, impiegato alle Poste, provvedeva a rimettere in circolazione il denaro macchiato dalle mazzette civetta, che veniva lavato in un casolare di Ortona (Chieti), dove i poliziotti hanno trovato un barattolo con dentro 60 mila euro. Soldi che nel gergo utilizzato dal terzetto avevano il "morbillo".
"Gente esperta che sapeva come agire - ha detto in una conferenza stampa Fischetto - al punto da cambiare fisionomia anche in modo radicale per non farsi riconoscere durante le rapine". Un'attività che ha fruttato un bottino complessivo di circa 400 mila euro, denaro destinato soprattutto a soddisfare la passione per il gioco del terzetto, tra corse dei cavalli e tappeto verde.
Non a caso tutte le azioni venivano progettate in un'agenzia di scommesse di Pescara.
L'elenco dei colpi comincia nell'aprile del 2005, con la Carisap di San Benedetto, e prosegue attraverso altre 12 rapine, tutte compiute nelle Marche. Secondo gli investigatori, Pennacchione entrava nelle banche armato di una pistola giocattolo e minacciava gli impiegati sempre con la stessa frase: "Voglio i soldi assicurati", cioé senza mazzette civetta. Nel novembre 2006 viene svaligiata la filiale sambenedettese dell'Unicredit e, tre mesi dopo, ancora la Carisap rivierasca. Qui però la banda trova solo 800 euro, e così dopo poche ore colpisce anche alla Tercas di Porto San Giorgio (Fermo). A maggio è la volta della Banca Marche, ancora a Porto San Giorgio, seguita dai colpi alla Banca Marche di Senigallia (Ancona), a settembre, e alla Carisap di Grottammare (Ascoli Piceno), a dicembre. Tra febbraio e marzo 2008 la banda mette a segno altre cinque rapine presso la Banca dell'Adriatico di San Benedetto, le filiali Bdm di Senigallia, Pesaro e Porto San Giorgio e la Carifermo di Civitanova Marche (Macerata).
A quel punto però il terzetto è già nel mirino della polizia. L'estate scorsa Pennacchione e Simone vengono fermati mentre stanno per espatriare (il primo viene bloccato al casinò di Venezia), anche se poi vengono rimessi in libertà. Dopo un'altra serie di accertamenti il cerchio attorno alla banda si chiude, e il gip del Tribunale di Ascoli Piceno Annalisa Gianfelice firma le ordinanze di custodia cautelare, su richiesta del pm Ettore Picardi.