/Rossi: spesi in 4 anni 33 milioni di euro nell'edilizia scolastica
Rossi: spesi in 4 anni 33 milioni di euro nell'edilizia scolastica
Complessivamente sono 46 gli edifici scolastici di competenza della Provincia
delle scuole, sollevando la giusta preoccupazione e attenzione dell’opinione pubblica, l’Amministrazione provinciale ha inteso fornire un quadro della situazione attuale degli edifici scolastici di propria competenza. I dati sullo stato delle scuole del territorio sono stati, infatti, illustrati stamani nel corso di una conferenza stampa dal presidente della Provincia Massimo Rossi, dall’Assessore all’Edilizia scolastica Ubaldo Maroni e dal dirigente del Servizio competente ing. Giovanni Ortenzi.
“Tutte le scuole superiori della provincia non presentano particolari problemi – ha dichiarato l’Asessore Maroni - e c’è un monitoraggio continuo da parte dei tecnici dell’Ente che, in costante contatto con i dirigenti scolastici, si occupano con puntualità e scrupolo delle varie esigenze degli Istituti superiori di competenza della Provincia, che ospitano circa 20 mila studenti (di cui 12 mila nell’ascolano e 8 mila nel fermano). Vengono gestiti circa 200 mila metri quadrati di superficie – ha proseguito Maroni - si tratta di un patrimonio cospicuo che, fin dall’inizio del mandato del Presidente Rossi, abbiamo considerato come una priorità e per la cui gestione abbiamo sempre contato sulla collaborazione, valida e strettissima dei dirigenti scolastici, con cui è stato avviato e si sta portando avanti un metodo condiviso per quanto riguarda l’erogazione delle risorse e la tipologia degli interventi: solo lavorando insieme e in concertazione si posso infatti raggiungere i risultati sperati”.
“Nei 4 anni di mandato l’Amministrazione provinciale ha profuso un impegno straordinario nell’edilizia scolastica dove, infatti, sono stati spesi ben 33 milioni di euro e, di questi, 23 derivano da indebitamento per l’accensione di mutui – ha evidenziato il presidente Rossi - 8 milioni di euro provengono invece dalla vendita del patrimonio dell’Ente, come l’ex caserma dei Carabinieri di Porto d’Ascoli e l’Istituto per Geometri di Ascoli. Solo 1 milione e 800 mila euro sono gli interventi finanziati con i fondi statali delle leggi per l’adeguamento sismico (L.289/2002) e per il terremoto (L.61/1998), infatti, la Provincia ha deciso di destinare ai Comuni più piccoli le esigue risorse nazionali dalla Legge 23. Pertanto circa il 94% degli investimenti nelle scuole viene finanziato con risorse prese in prestito e pagate attraverso rate di mutui con i soldi dei cittadini del territorio”.
Complessivamente sono 46 gli edifici scolastici di competenza della Provincia: di questi, 7 sono in fase di dismissione: in base ad un piano di alienazione già approvato e concordato con gli Enti interessati, verranno cioè venduti o restituiti ai Comuni e gli alunni inseriti in nuove strutture che si stanno già concretamente allestendo. Entrando nel dettaglio dei numeri della sicurezza si riscontrano i seguenti dati: è a norma l’87% degli impianti termici, il 79% di quelli elettrici e il 67% degli impianti di prevenzione incendi, oltre all’85% delle strutture idonee dal punto di vista delle barriere architettoniche. Si tratta di parametri molto al di sopra della media nazionale e regionale ed è doveroso specificare che tutti gli edifici sono sicuri dal punto di vista degli impianti, della staticità, e sono già in corso interventi per ben 2,5 milioni di euro per aggiungere altro traguardo nella corsa al raggiungimento degli standard prestabiliti. Inoltre occorre precisare che non manca la rincorsa quotidiana a soddisfare gli interventi di manutenzione ordinaria ed anche straordinaria, che, come per cosa, non potrà mai venir meno.
“Certo tutto è perfezionabile ed è comunque necessario fare i conti con il limite delle risorse disoonibili – ha concluso il presidente Rossi - e ritengo che una sede decorosa con servizi e strutture adeguate rappresenti il miglior biglietto da visita per la civiltà di un Paese, anche da un punto di vista sociale e culturale. E’ proprio nelle scuole superiori – ha aggiunto Rossi - che i ragazzi cominciano ad affacciarsi al mondo del lavoro e della vita sociale e quindi è essenziale presentare loro delle strutture confortevoli, accoglienti, dignitose e, soprattutto, sicure per dare un messaggio di forte impegno nella vita e nella professione”.
Rossi, nella sua qualità di vice presidente dell’UPI ha voluto anche fornire un quadro della situazione a livello nazionale e proprio su questo tema è stato intervistato dal Gr1.
A livello nazionale, le Province italiane gestiscono circa 5179 edifici scolastici di 3226 Istituti con circa 2 milioni e 596 mila studenti, mentre negli ultimi 6 anni, hanno speso ben 1 miliardo e mezzo di euro all’anno per la sicurezza delle scuole per un totale, quindi, di circa 9 miliardi. Lo Stato, nello stesso periodo, ha messo a disposizione, con la Legge 29 circa 650 milioni pari al 7% delle risorse complessive impiegate a tale scopo. Per portare avanti questa enorme operazione di messa a norma del patrimonio scolastico, le Province si sono, pertanto, indebitate, anche se con oculatezza e per un investimento altamente produttivo e sociale.
“Un trend che sta drammaticamente peggiorando – ha commentato il Presidente - dopo la Finanziaria del 2007 del Governo Prodi che stanzia 250 milioni nel triennio 2007-2009, infatti, nella Finanziaria 2008, non c’è un euro aggiuntivo ed è sta dimezzata la previsione precedente di destinare il 10% delle risorse per la messa in sicurezza degli edifici scolastici. Il decreto Gelmini a tale scopo individua uno stanziamento pari al 5% e non più del 10%.
Il Presidente Rossi ha anche evidenziato i farraginosi meccanismi di gara per spendere i soldi pubblici: “Certamente il rispetto delle norme è essenziale per assicurare la trasparenza degli appalti e scongiurare il rischio di infiltrazioni malavitose, tuttavia occorre anche individuare delle procedure tali da non rallentare gli interventi”.
Un ultimo cenno è stato fatto anche al patto di stabilità l’U.P.I. (Unione delle Province Italiane) chiede infatti da tempo che gli investimenti fatti per il patrimonio edilizio, in particolare quello scolastico, vengano esclusi da quelli sottoposti al vincolo del patto di stabilità.