Ipovedenti ed epatite C, in arrivo 660 mila euro

Ipovedenti ed epatite C, in arrivo 660 mila euro

Promosse attività educative e di sensibilizzazione sulla trasmissione della malattia

l'altro per lo screening dell'epatite C. Sono di durata triennale e per portarli a termine serviranno complessivamente 660mila euro. Nell'ambito del programma della Rete rete per l'ipovisione verranno stanziati 210.000 euro (70.000 l'anno) all'Ao Ospedali Riuniti di Ancona per migliorare il collegamento delle Zone Territoriali 2 (Fano) e 11 (Fermo) dei soggetti non vedenti con il polo Salesi, dove si trova il Centro Unico di Riferimento per la prevenzione e la riabilitazione visiva di ipovedenti e pluriminorati. 
"Un centro - ricorda l'assessore alla salute Almerino Mezzolani - che già da dieci anni è un punto di riferimento regionale e opera, in accordo con l'Unione italiana ciechi, al fine di accelerare il percorso e il reinserimento dei pazienti con gravi deficit visivi".
Con la campagna di prevenzione dell'epatite C, l'Università Politecnica delle Marche beneficerà di 450mila euro complessivi (150 mila euro ogni anno) per promuovere attività educative e di sensibilizzazione sulla trasmissione della malattia, mettendo le Marche al primo posto tra tutte le regioni nella lotta contro le patologie croniche che ne derivano.
L'epatite C è una forma di infiammazione del fegato causata dal virus Hcv che non provoca sintomi particolari, ma con alta possibilità di diventare cronica. Una volta contratta, può decorrere per molti anni (da 10 a 30) senza danneggiare il fegato, ma nel 30% dei pazienti evolve in forme più aggressive trasformandosi in cirrosi o carcinoma epatocellulare. La trasmissione può avvenire attraverso punture con aghi o strumenti infetti, tramite microlesioni della cute e delle mucose (spazzolini da denti, malattie della pelle) e per via sessuale (solo con scambi di sangue).