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Zazzetti: il Comune taglia da 2 anni le risorse al sociale
«Mi auguro che chi vincerà le prossime elezioni non segua il cattivo esempio di Celani»
numero degli utenti in carico e sull’importo della spesa, più che raddoppiata negli ultimi anni, ma dimentica che da dieci, quindici anni a questa parte il numero dei cittadini bisognosi è cresciuto in maniera esponenziale e le risorse finanziarie sono sempre più insufficienti a fare fronte alle reali necessità dei cittadini». Inizia così la una lettera aperta di Roberto Zazzetti, presidente dell’Ass.La Meridiana onlus Ascoli Piceno e Associazione paraplegici delle Marche, al sindaco di Ascoli Piero Celani.
«Il problema riguarda, come lei sa, tutti i Comuni italiani, ed è dovuto ad una serie di profonde trasformazioni sociali, quali l’invecchiamento della popolazione, l’aumento della vita media dei disabili, il maggior numero di extracomunitari; ma la sua Giunta e i suoi assessori, invece di comprendere questa mutazione sociale ed aumentare coerentemente i fondi a favore delle fasce più deboli con servizi sul territorio, progetti di integrazione sociale, di inserimento lavorativo e di abbattimento delle barriere architettoniche, distogliendoli, se occorre, da quelli per il calcio o per la Quintana, se la prende paradossalmente con gli handicappati, colpevoli, secondo il giudizio di un assessore comunale, di essere aumentati in maniera esponenziale e di assorbire gran parte dei finanziamenti a disposizione.
Sono 2 anni di seguito che tagliate risorse al sociale. Ad aggravare ulteriormente l’endemica carenza di risorse è intervenuta una legge che obbliga i Comuni a sborsare una retta giornaliera per il sostentamento dei minori extracomunitari non accompagnati, senza che lo Stato centrale o la Regione abbiano aumentato loro i trasferimenti dei fondi.
Una situazione insostenibile che sta portando i Comuni al collasso finanziario, come dimostrano i dati sulla spesa degli Ambiti sociali territoriali non solo di Ascoli ma dell’intera Vallata del Tronto e San Benedetto del Tronto.
Naturalmente nessuno chiede che i minori extracomunitari siano lasciati per strada. O che si scateni una guerra tra poveri. Quel che le chiediamo, come associazione, è una nuova presa di coscienza e una maggiore attenzione verso quanti, come me, vivono sulla propria pelle le drammatiche problematiche dei disabili. A questo proposito, cito due esempi di “sensibilità” con cui l‘amministrazione gestisce gli spazi di sosta riservati ai portatori di handicap.
Da più di due anni la Consulta comunale ed altre associazioni segnalano all’assessore e ai dirigenti comunali che le piazzole per disabili in via Tornasacco sono costantemente occupate dai tavoli di un noto ristorante adiacente, senza che l’amministrazione abbia mai provveduto a sostituirle né a cancellare la segnaletica, tuttora ben visibile (provate a immaginare il segnale di inciviltà che il Comune dà ai turisti che visitano la città…).
Secondo esempio: l’associazione “La Meridiana onlus” dispone di due piazzole di sosta davanti alla propria sede di piazza Roma per parcheggiare i mezzi adibiti al trasporto dei disabili e degli anziani: ebbene, i dirigenti del Comune mi hanno contattato più volte suggerendomi di spostare le piazzole perché “danno fastidio” al gestore e ai clienti del bar adiacente.
Due episodi molto significativi che fanno comprendere come per l’amministrazione comunale vengano prima le esigenze di alcune categorie forti, rispetto a quelle deboli dei disabili, e spiegano anche perché le aree di sosta che non rendono nulla al Comune vengano rimosse.
Evidentemente signor Sindaco, a lei e alla sua giunta interessa più lucrare sulla concessione ai privati dello spazio pubblico, piuttosto che venire incontro ai bisogni dei cittadini portatori di handicap; evidentemente le sta più a cuore evitare il “fastidio” che la vista di un paraplegico può suscitare agli occhi di un benpensante, invece di fa rispettare diritti sanciti per legge.
Mi auguro che la nuova Giunta che vincerà le prossime elezioni non segua il suo cattivo esempio, adottando scelte radicalmente diverse, basate sulla tutela rigorosa delle fasce più svantaggiate e non su esigenze di mero bilancio o, peggio ancora, su motivi di carattere “estetico”».