Ospite illustre del convegno Carl Pompei, pioniere della "Valle del silicio"
La sfida del Piceno nel nuovo millennio non può esimersi dal confronto con quella che una volta era il Carburo, poi la Sice, quindi Elettrocarbonium ed infine Sgl Carbon. Questo sito produttivo ha rappresentato, nel bene e nel male, la storia dell’ultimo secolo della città. Ha consentito occupazione e significato progresso, allo stesso tempo però ha portato con sé la pesante ombra della problematica ambientale. “Un futuro per Ascoli” è il titolo del convegno che si è svolto sabato 11 ottobre nell'Auditorium della Fondazione Carisap.
L’incontro, organizzato da TecnoMarche – Parco Scientifico e Tecnologico delle Marche con il patricinio della Provincia e del Comune di Ascoli Piceno, ha rappresentato un momento di riflessione sul percorso da intraprendere e sul modello da adottare ai fini dell'insediamento e sviluppo del Polo Scientifico e Tecnologico nell'area SGL Carbon.
Ospite illustre del convegno Carl Pompei, pioniere della Silicon Valley, la parte meridionale della San Francisco Bay Area. Fu chiamata "Silicon" per la fortissima concentrazione di industrie legate ai semiconduttori e ai computer, basati sul silicio. Oggi sono migliaia le aziende ad alta tecnologia situate lì, da Google alla Apple, alla Hewlett-Packard. «E’ necessario uno sforzo collettivo e la collaborazione di tutti i vari attori appartenenti alla comunità locale, ma soprattutto dei cittadini - dichiara Pompei – Si dovrà arrivare all’accordo di tutte le parti coinvolte. Non sarà facile ma sarà di sicuro un’impresa eccitante».
Dalla Silicon Valley alla Tronto Valley, dunque. Durante l’incontro sono stati presentati gli obiettivi strategici principali del processo di trasformazione dell’area, dalla bonifica al miglioramento della qualità urbana, dalla proposta di riqualificazione del parco fluviale alla destinazione delle aree a edilizia residenziale e verde pubblico.
«Nell’atmosfera ogni anno, per persona, si contano 1,2 tonnellate di anidride carbonica, alle quali bisogna aggiungere quella degli anni passati e quella che verrà in futuro – dice Achille Inesi, professore universitario di Chimica – Ascoli ha l’occasione unica di fare qualcosa di veramente diverso e trasgressivo l’idea di voler destinare una grossa zona al verde può rendere concreta la realizzazione di un vero e proprio bosco nella città. Potrebbero essere piantati anche 1.500 alberi. E' l’unico modo per dare un freno all’anidride carbonica».
«Dovete puntare su bioedilizia e bioarchitettura sostenibile - aggiunge Renzo Rosei, direttore del Laboratorio “Nanotecnologie per l’energia” presso l’Area Science park di Trieste – E soprattutto investire su qualcosa che abbia un ritorno rapido, a Trieste ad esempio fu fatto l’errore di scegliere la biotecnologia, ma in Italia per arrivare all’eccellenza in questo campo sono necessari 5-10 anni, più altri 15 per rendere credibile il settore».
«Cercare di avviare processi di semplificazione amministrativa, creare un circuito virtuoso tra imprese, università e chi fa ricerca ed innovazione» è la ricetta di Ugo Girardi, componente del Nucleo di valutazione regionale della Camere di commercio delle Marche. «Si deve scommettere sull’artigianato “industrializzato”- propone Gabriele Pezzini, design manager per la Maison Hermès – Bisogna internazionalizzare Ascoli portando qui i creativi» . «Gli scenari ci impongono di ripensare il nostro modo di vivere – chiosa il presidente della Provincia Massimo Rossi - C’è bisogno di intelligenze, scienza, cultura. C’è bisogno di nuovo. Questo gruppo di eccellenze insieme ad altri “ascolanisti” può costituire un comitato scientifico che possa esser guida e stimolo per l’intera cittadinanza. Abbiamo la consapevolezza di vivere in un luogo privilegiato del pianeta – prosegue Rossi – Il nostro territorio rappresenta l’humus ideale per un progetto così importante».