Partendo da corso Carlo Alberto, il corteo ha sfilato fino a via Marconi
promossa dalle Comunità Resistenti delle Marche, dall'Ambasciata dei diritti, e dai centri sociali. Un'iniziativa nata per protestare contro l'istituzione dei Cie, ma dedicata ovviamente anche agli ultimi gravi episodi di violenza e xenofobia ai danni di immigrati in Italia.
Vi hanno aderito l'amministrazione comunale anconetana, Pd, Prc e Pdci, Cgil e Cisl, e vari altri movimenti e associazioni.
Partendo da corso Carlo Alberto, il corteo ha sfilato fino a via Marconi, ma si è interrotto prima della tappa finale (piazza del Plebiscito) per via della pioggia battente. "Siamo qui - ha ha spiegato Danilo Burattini, dell'Ambasciata dei Diritti - per dire no all'idea del Governo di istituire un Centro di identificazione e espulsione in ogni regione". Un luogo in cui gli immigrati potranno essere trattenuti fino a 18 mesi per verificare la loro identità e provenienza, prima di essere rimpatriati. "Vere e proprie strutture detentive, che non potranno certo risolvere il problema dei 500 mila clandestini attualmente presenti in Italia".
"Rinchiudere uno straniero in una prigione di fatto, solo perché è privo del permesso di soggiorno - ha aggiunto Emnuele Tartuferi, delle Comunità Resistenti - è una violazione del diritto. Contro l'apertura di simili centri, in passato ipotizzati a Corridonia (Macerata) e oggi forse a Falconara (Ancona), si sono già espressi sia la Regione Marche sia il Comune di Ancona". Per Susanna Ciumelli, dell'Associazione Yabasta Marche, le procedure per i permessi di soggiorno vanno semplificate e affidate ai Comuni, per evitare file e controlli inutili e umilianti". In corteo hanno marciato anche gli assessori comunali di Ancona Pierluigi Fontana e Michele Brisighelli. Una manifestazione analoga, dedicata all'Africa, si é svolta a Fano.