Caccia al cinghiale, la Provincia precisa

Caccia al cinghiale, la Provincia precisa

Nell’attesa del nuovo piano faunistico regionale resta in vigore quello precedente

di riequilibrare le zone di caccia al cinghiale, va innanzitutto ricordato che la Provincia non può deliberare alcun nuovo Piano faunistico senza le linee di indirizzo e programmazione dettate dalla Regione. Nell’attesa del nuovo piano faunistico regionale resta in vigore quello precedente. La legge regionale in materia precisa infatti chiaramente che “fino all'entrata in vigore del piano faunistico-venatorio regionale conserva efficacia la pianificazione preesistente …”. 
Per quanto attiene alla caccia al cinghiale, va ricordato innanzitutto che l’attuale assegnazione delle squadre alle varie zone è frutto di un’intesa raggiunta nel 2004 tra tutti i soggetti interessati all’indomani dell’approvazione, da parte del Consiglio provinciale, del Regolamento in materia che ha come obiettivo primario “l’esigenza di assicurare una maggiore garanzia per la pubblica incolumità, sensibilizzare il cacciatore al rispetto dell’ambiente ed a mantenere una densità compatibile dei cinghiali con le caratteristiche agro-forestali del territorio”.  
Rispettando questi principi, sono stati definiti  innanzitutto tre Settori di caccia al cinghiale: Settore A (di conservazione della specie, coincidente con i Parchi), Settore B (di gestione della specie, destinata esclusivamente alla caccia “a squadra”), Settore C (di eradicazione, in cui la presenza del cinghiale risulta incompatibile con le attività antropiche e la caccia all’ungulato deve essere occasionale e individuale).
Il settore “B” è quello che presenta le attuali criticità. Per esso il Regolamento prevede la suddivisione in “Distretti di gestione” e successivamente in “Zone di caccia”, puntualizzando che “ogni squadra di caccia verrà assegnata in via esclusiva ad un Distretto di appartenenza e ad una Zona di Caccia per tutto il periodo di validità del vigente Piano Faunistico Venatorio Provinciale”.
Negli anni successivi, la Provincia si è adoperata per ottenere ulteriori dati tecnici ai fini di riorganizzare la zonizzazione coerentemente con il Piano faunistico e, se necessario, per rivedere lo stesso Regolamento. Per questo recentemente è stato affidato un nuovo incarico all’Università di Camerino per il censimento della popolazione degli ungulati nel territorio provinciale, mentre ulteriori dati sono stati forniti dalla valutazione dei capi abbattuti e delle loro caratteristiche biometriche derivante dall’analisi dei verbali di battuta che compila ogni squadra di caccia. 
E’ anche attraverso queste procedure, ispirate ad una scelta di condivisione dei problemi e di collaborazione, che la Provincia svolge una costante azione di ascolto dei singoli cacciatori, delle associazioni venatorie, degli ATC: proprio nei prossimi giorni è previsto un incontro con il mondo venatorio per  affrontare e tentare di risolvere le eventuali criticità.