Abolizione Circoscrizioni, quale futuro per la periferia ascolana?

Abolizione Circoscrizioni, quale futuro per la periferia ascolana?

«La città non vanta solo un centro storico, ha anche una realtà periferica che non va trascurata»

seguito delle famose misure normative finalizzate alla riduzione dei costi della politica, che vedranno ad Ascoli Piceno l’abolizione delle nove circoscrizioni oggi esistenti e istituite circa trenta anni fa.
Mozzano, Villa S.Antonio, Venagrande, Piagge, per fare alcuni esempi, a partire dalle prossime elezioni amministrative, infatti, non avranno più i loro Consigli Circoscrizionali, i rispettivi Presidenti e Consiglieri circoscrizionali.
Penso che non si debba sottovalutare tale fatto, soprattutto perché in questi anni, grazie ai propri rappresentanti, le Circoscrizioni, si sono impegnate moltissimo nello svolgimento di quel ruolo di cerniera tra l’amministrazione comunale e i cittadini della periferia, cercando di rappresentare dignitosamente i loro territori, di farsi promotrici delle loro istanze e delle loro esigenze nelle opportune sedi istituzionali.
Già perché Ascoli Piceno non vanta solo un centro storico, ha anche una realtà periferica che non va trascurata, ma che, anzi, manifesta un bisogno assoluto di essere riconsiderata, rivitalizzata, valorizzata sin da ora e per i prossimi anni, in considerazione soprattutto della necessità attuale e impellente di ridisegnare una nuova città, un nuovo capoluogo per una nuova provincia.
Tornando a Mozzano, invece si corre il rischio di non avere più quel grande spazio di vita pubblica fino ad oggi garantito dalla presenza trentennale della quinta Circoscrizione,che in questi anni ha voluto rappresentare la sede naturale deputata a raccogliere le istanze, le esigenze del territorio e dei propri abitanti e di portarle poi in Comune per una giusta risoluzione.
Proprio ora, nel momento in cui l’intera frazione presenta evidenti difficoltà, pretende una maggiore domanda di servizi e di infrastrutture più in generale, che ha bisogno di conoscere il proprio sviluppo alla luce del nuovo Piano Regolatore, si corre il rischio, anzi vi è la certezza di non avere più quel punto di riferimento efficiente e credibile rappresentato dalla Circoscrizione.
Diventa naturale quindi muoversi immediatamente, non perdere più tempo, occorre a Mozzano quindi un maggiore impegno, una maggiore voglia di partecipazione democratica sia da parte dei cittadini, che da parte delle varie associazioni ed altri soggetti organizzati che possono liberamente, anzi devono rivendicare con sempre maggiore forza l’esigenza di partecipare alle scelte politiche e amministrative riguardanti il nostro territorio. Nessuno deve sentirsi escluso.
Intendo allora lanciare un appello a tutte le componenti sociali, culturali e produttive di questa frazione affinché possano contribuire a mettere a disposizione dei progetti di interesse comune per lo stesso paese, al fine di costituire un serbatoio sempre più grande di idee e di risorse ma soprattutto per la realizzazione di un programma condiviso con i cittadini e le diverse articolazioni della società civile nell’interesse esclusivo e per il bene di tutta la città di Ascoli.
Perché Ascoli ha bisogno di un grande progetto, di una grande energia che circoli nelle periferie come nel centro, che produca effetti diversi nei contesti diversi, ma che risponda alla fine agli stessi valori.
In conclusione, alla luce di tali mutamenti istituzionali, personalmente sono sempre più convinto che, una buona Amministrazione comunale, a prescindere dal colore politico, debba amministrare tenendo presente l’obiettivo di far crescere la cultura della partecipazione, di estendere la presenza dei cittadini nei processi decisionali, perché un’amministrazione si rivela tanto più forte quanto più riesce a coinvolgere intorno a progetti di interesse comune le varie espressioni della società civile e quindi quanto più vengono riconosciute dai cittadini come punto di riferimento efficiente e credibile, capace di ascoltare, di coordinare le esperienze e tutte le risorse nella società».

Massimo Gaspari