Si tratta di un ingegnere pesarese di 56 anni e di un 25enne della provincia di Ascoli
Romagna. Si tratta di un ingegnere pesarese di 56 anni e di un venticinquenne della provincia di Ascoli Piceno, dipendente di un'associazione.
Si faceva chiamare 'SweetMoon 92' e in rete diceva di avere 16 anni, ma in realtà era una talpa della polizia. Con questo 'nickname' gli investigatori della Polizia postale e delle comunicazioni dell'Emilia-Romagna si sono infiltrati in alcune chat, arrivando a smascherare un vasto giro di scambio di foto e filmati a carattere pedopornografico, con protagonisti ragazzini e anche bambini di meno di 5 anni. L'operazione 'Sweetmoon' vede 32 indagati, fra i quali anche due donne.
Gli indagati sono stati sottoposti a perquisizioni che hanno permesso di sequestrare migliaia di file illegali in 13 regioni: oltre all' Emilia-Romagna, Piemonte, Lombardia, Veneto, Toscana, Marche, Lazio, Abruzzo, Molise, Campania, Basilicata, Calabria e Sicilia. I pedofili avrebbero utilizzato la chat 'C6', sul portale Virgilio, per trovare complici o adescare potenziali vittime, ai quali proporre lo scambio di foto e filmati. Le immagini pornografiche oggetto dei sequestri, secondo gli investigatori, sarebbero state in gran parte reperite sulla rete internet.
Ma non è escluso che gli indagati abbiano anche proposto a ragazzini (o a utenti che in chat si spacciavano per minori) lo scambio con foto e filmati personali, girati con il telefonino o con la webcam. L'indagine, coordinata dal Pm di Modena Mirco Miccolini, è cominciata due anni fa con l'arresto di un modenese di 23 anni che adescava minorenni su internet. Il giovane fu smascherato grazie a una segnalazione al numero '114 ' di Telefono Azzurro da parte di una madre palermitana, che in chat si era imbattuta nel pedofilo.
L'associazione aveva poi denunciato la vicenda alla polizia, facendo partire l'inchiesta che nel 2006 portò all'arresto del ventitreenne, successivamente condannato con rito abbreviato a un anno e 10 mesi e 8.000 euro di multa. Seguendo i suoi contatti virtuali con una lunga attività 'sotto copertura', durata quasi due anni e autorizzata dalla Procura di Modena, gli agenti della Polposta si sono mescolati ai frequentatori delle chat, arrivando a individuare i 32 indagati. Foto e filmati sequestrati sono stati ora inseriti in una banca-dati internazionale delle forze dell'ordine che si occupano di pedopornografia on-line, per cercare di risalire ai luoghi di produzione.