Ecco il testo dell'odg:
«A oltre sessant’anni dal discorso Atoms for Peace con il quale il Generale Eisenhower lanciava l’era dell’energia nucleare, nessuno dei problemi fondamentali di questa tecnologia è stato risolto. Non ci sono infatti esempi concreti che dimostrino la possibilità di gestire nel lungo periodo le scorie radioattive, i c.d. reattori a sicurezza intrinseca sono ancora allo studio e le riserve di uranio sono molto limitate. Secondo le stime correnti l’uranio estraibile a costi economici calcolabili è infatti nell’ordine di 3,5 milioni di tonnellate. Con un consumo attuale di circa 70 mila tonnellate l’anno, necessario per coprire il 6% della domanda globale di energia primaria, il rapporto tra consumi e risorse sarebbe di appena 50 anni. Se poi si realizzasse quel ‘rinascimento nucleare’ che alcuni auspicano l’esaurimento della fonte sarebbe ancora più rapido. A queste considerazioni va aggiunto, a differenza di quanto si sostiene di frequente, che il nucleare non rappresenta una fonte economica di energia, il prezzo dell’uranio negli ultimi 4 anni è infatti aumentato di circa 20 volte senza, per giunta, che vi sia stato un aumento della domanda.
Premesso altresì che
A 20 anni dal referendum sul nucleare con il quale, nel 1987, il nostro paese sancì, di fatto, l' abbandono del ricorso a questa forma di approvvigionamento energetico, il risultato referendario trova ancora conferme nei sondaggi, a partire da quelli di Eurobarometro (lo strumento di cui si è dotata la Commissione Europea per realizzare sondaggi mirati a conoscere e comprendere gli atteggiamenti dei cittadini europei) nei quali si registra ancora una maggioranza di opinione pubblica contraria alla scelta del nucleare e, per contro, un'ampia disponibilità dei cittadini verso le fonti rinnovabili di energia.
Considerato che
Di recente, a seguito di scelte politiche del Governo Berlusconi, si è riaperto nel nostro paese il dibattito sul nucleare. Intervenendo all’ assemblea annuale di Confindustria il Ministro Scajola per lo Sviluppo economico ha infatti affermato che l’Italia tornerà al nucleare in cinque anni aggiungendo che: "Entro questa legislatura porremo la prima pietra per la costruzione nel nostro paese di un gruppo di centrali nucleari di nuova generazione", dichiarazioni che hanno suscitato l’immediata protesta delle associazioni ambientaliste. Il Governo ha inoltre confermato che entro la fine del 2008 verranno scelti i criteri per l’individuazione dei siti delle centrali nucleari e per la nuova agenzia di sicurezza.
Considerato altresì che
Questo dibattito ha coinvolto anche il territorio della Provincia di Ascoli Piceno poiché, a seguito di una interrogazione parlamentare presentata dall’On. Ciccanti, si è avuta notizia che tra le aree compatibili all’insediamento di centrali nucleari, il Ministero dello Sviluppo Economico avrebbe individuato anche la zona Sentina di San Benedetto del Tronto. Rispetto ai 12 siti individuati per esigenze maggiori, si legge nell’interrogazione, quello della Sentina rientrerebbe tra i 15 siti italiani destinati ad ospitare centrali nucleari minori, sulla base della compatibilità riscontrata dal punto di vista del rischio sismico, alluvionale, franoso ed in base alla densità abitativa.
Considerato inoltre che
Detta notizia ha trovato vasta eco sulla stampa locale suscitando diverse prese di posizione. In una di esse il Presidente del Comitato di Indirizzo della Riserva Naturale Regionale Sentina ha, tra l’altro, affermato che: «È nostro dovere sottolineare come il territorio della Sentina è stato, per legge, destinato ad altri scopi assolutamente incompatibili con le indiscrezioni degli ultimi giorni. Un intervento di questo genere sarebbe incompatibile con il nostro territorio, perché avrebbe effetti catastrofici sulla turismo della Riviera delle Palme, senza parlare della compromissione definitiva di uno degli ultimi lembi del litorale adriatico non ancora antropizzato».
Considerato infine che
L’Amministrazione Provinciale di Ascoli Piceno dall’atto del suo insediamento è attivamente impegnata per la costruzione di un modello di sviluppo locale sostenibile nel quale hanno avuto e continuano ad avere un ruolo di rilievo i progetti relativi alle fonti rinnovabili e al risparmio energetico, come attesta la realizzazione di opere quali, per citarne solo alcune, la costruzione di impianti fotovoltaici sugli edifici del patrimonio edilizio dell’ente e il progetto RED sul risparmio energetico, che dimostrano il ruolo dinamico che possono assumere gli enti locali nella costruzione di modelli di sviluppo in grado di realizzare l’obiettivo dell’autosufficienza energetica in modi sostenibili.
Il Consiglio Provinciale
1 – Manifesta la propria ferma contrarietà alla scelte del Governo in materia di nucleare auspicando che il nostro paese mantenga, come hanno di recente fatto altri governi europei come la Spagna, la scelta della moratoria nucleare, sulla base della convinzione che l’energia nucleare non è l’energia più pulita, né la più economica e tanto meno la più sicura.
2 – Esprime, nell’ipotesi in cui si dovesse procedere alla scelta dei luoghi per la costruzione di centrali nucleari, l’assoluta indisponibilità del territorio della provincia di Ascoli Piceno a ospitare siti per la costruzione di centrali nucleare, lo stoccaggio di rifiuti tossici o qualsivoglia altra struttura similare.
3 – Auspica che il Governo italiano, come da diversi anni avviene nei paesi del nord-europa, avvii una massiccia campagna di investimenti nelle fonti energetiche alternative, in grado di contribuire al fabbisogno energetico nazionale e, allo stesso tempo, di consentire uno sviluppo ecocompatibile».
Gianluca Vagnarelli