Per un prelievo meno invasivo e la tracciabilità dei capi abbattuti
programmazione per il prelievo del cinghiale approvate dal Consiglio Provinciale a luglio. Le principali novità, sulle quali si è fatto il punto nella riunione svoltasi ieri pomeriggio, nella sala polifunzionale della Provincia, tra l’assessore all’Ambiente Antonio Assogna, le associazioni venatorie, i gruppi di cacciatori, gli ambiti territoriali di caccia e la Asl, sono le seguenti:
- l’istituzione dei cosiddetti gruppi di girata i quali, iscritti in un apposito albo, effettuano la caccia al cinghiale con un metodo meno invasivo e meno impattante per gli altri selvatici;
- l’utilizzo delle “fascette”, targhette numerate che rendono reale il numero dei capi abbattuti poiché consentono la tracciabilità dell’animale dal luogo di prelievo fino al punto nel quale viene macellato;
- l’istituzione di aree libere, che la Provincia mette a disposizione dei vari gruppi tramite assegnazione settimanale, oltre naturalmente ai territori già assegnati annualmente. L’individuazione delle aree libere, che ricadono nei territori che il cinghiale ha occupato nell’ultimo anno, rende possibile una maggiore razionalizzazione del prelievo venatorio.
Da ricordare poi che anche quest’anno è attiva la convenzione tra Provincia e Servizio veterinario della Asl per l’ispezione e il controllo sanitario delle carni dei cinghiali abbattuti. Un servizio gratuito e presente in sette diversi punti del territorio provinciale. L’ispezione di campioni è finalizzata alla prevenzione delle principali malattie legate al consumo alimentare delle carni di cinghiali.
Sono in totale 47 (di cui sette gruppi “di girata”) le squadre di caccia al cinghiale iscritte all’albo alle quali il Servizio Caccia dell’ente, nella riunione di ieri, ha consegnato la documentazione e il materiale necessari per effettuare l’attività venatoria.
“Le modifiche apportate alla programmazione precedente – è il commento dell’assessore alla Caccia, Antonio Assogna – costituiscono una novità significativa per ciò che riguarda la caccia al cinghiale. È importante innanzitutto aver istituito l’albo dei gruppi di girata, una tecnica di caccia meno invasiva per le altre specie che ci allinea alle metodologie più avanzate attualmente in uso in altre regioni, soprattutto quelle del nord-Italia. Un’altra novità significativa è l’utilizzo delle fascette, che offre certezze sul numero dei capi abbattuti in modo da poter affrontare il problema della eccessiva proliferazione sulla base di dati reali ed elaborare, se necessario, piani di contenimento mirati”.