«Mi auguro che la Provincia sistemi definitivamente la strada»
che la percorrono per recarsi a lavoro, in un tratto di due Km, da Piane di Morro a Villa Mattoni, è tristemente nota per tanti incidenti stradali, spesso mortali.
Era il 27 aprile del 1986, complice la velocità e l’incoscienza dei miei 26 anni, su quel tratto, una sbandata e l’impatto hanno lasciato gravi ed indelebili segni alle mie gambe. Comunque fui fortunato perchè oggi sono qui a scrivere. Qualche anno prima di me, trecento metri più a monte, perse la vita un uomo di 60 anni; poco dopo, 500 metri più a valle un giovane di 25 anni; poco ancora più a valle, qualche anno dopo, un padre di famiglia di Piane di Morro; poi stessa sorte per un anziano di Piane di Morro con un ciclomotore; qualche anno fa, nello stesso punto del mio incidente, perdeva la vita l’arch. Latini di Ascoli. L’altro giorno la povera Iolanda, nello stesso punto del padre di famiglia di Piane di Morro. Sei vite spezzate su quel tratto di strada. Ancora, tanti altri incidenti con feriti più o meno gravi.
La Provincia nel corso degli anni ha fatto piccoli interventi di sistemazione che, a quanto pare, non hanno ridotto sufficientemente la pericolosità.
Serve un intervento radicale, che allarghi la sede stradale, troppo stretta per la sua densità di traffico, e aumenti la visibilità nelle semicurve che, troppo spesso, inducono distratti automobilisti al sorpasso, convinti di avere una visuale sufficiente per la loro avventata manovra.
Il Comune di Folignano si limita a sanzionare con autovelox gli indisciplinati, mentre da tempo avrebbe dovuto aprire un confronto con la Provincia per sollecitare un intervento risolutore. A tal fine presenterò una mozione al Consiglio Comunale, sperando che venga accolta e dalla maggioranza.
Mi auguro che la Provincia, tra interventi milionari e interminabili discussioni di un palazzo in più per Ascoli o Fermo, trovi anche risorse per qualche centinaia di migliaia di euro, per sistemare definitivamente meno di due Km di strada, prima che qualcuno debba tornare ancora a scrivere di morti e dolore».