Il nuovo il regolamento imporrà ad un territorio una sola Dop o Igp
E lo fa con una lettera inviata dall'associazione a tutti gli assessori regionali all'agricoltura perchè si attivino presso l’Unione Europea ed il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali affinché venga modificato il nuovo sistema di classificazione dei vini messo a punto dall’Unione Europea.
L’associazione ambientalista rilancia così l’allarme del Presidente di Città del Vino, Valentino Valentini, che ha sottolineato come il nuovo il regolamento rischi di mettere in ginocchio l’intero comparto vitivinicolo Italiano.
Secondo Città del Vino, infatti, il nuovo sistema di classificazione, eliminando DOC, DOCG ed IGT e accorpandole solo sotto le denominazioni DOP ed IGP, potrebbe dimezzare, in un solo colpo, quasi metà delle attuali 470 denominazioni di qualità italiane, compromettendo uno dei settori di maggiore traino dell’agroalimentare con numeri da primato. Questo è il caso anche delle Marche dove, secondo una stima approsimativa (vedi grafico sotto) si corre il rischio di passare addirittura dalle 18 attuali a 8 denominazioni.Basti pensare, ricorda Legambiente, che nel comparto italiano ci sono un milione di addetti e che il 40 % di tutti i lavoratori vitivinicoli europei sono italiani, per non parlare dei 700.000 ettari coltivati a vite e dei circa 50 milioni di ettolitri di vino prodotti per un valore totale che sfiora i 9 miliardi di euro. “Un enorme patrimonio culturale ed economico – commenta il presidente di Legambiente Marche Luigino Quarchioni - frutto di secoli di sperimentazioni e tradizioni che questo nuovo regolamento rischia di annientare”. Il provvedimento che dovrebbe entrare in vigore a partire già dal 1 agosto 2009, imporrà ad un territorio una sola Dop o Igp.
Niente più sottozone o menzioni aggiuntive ma un’unica Dop, “Un rimescolamento di territori e confini che interesserebbe la geografia enologica portando una grave perdita di identità che va assolutamente scongiurata – conclude il presidente - Per questo chiediamo un impegno forte da parte di tutte le istituzioni per far slittare l’entrata in vigore di questo provvedimento e fare modo ai nostri rappresentanti in sede europea di poter vagliare le alternative possibili”.