Zona Franca, Celani chiede l'intervento della Regione

Zona Franca, Celani chiede l'intervento della Regione

«Si faccia promotrice per una rimodulazione verso il basso del tasso di disoccupazione»

Eppure i numeri, gli indicatori economici, stanno sempre lì a ricordarci che occorre intervenire, e subito, per questo comprensorio.
Eppure, Ascoli è la più colpita dalla crisi  economica, tanto che, la  stessa Regione Marche, in un soprassalto di  vicinanza ha inserito il Piceno tra le zone depresse meritevoli di “eventuali” aiuti economici.
Ma dopo il soprassalto, tutto è  tornato come prima. Ma nonostante tutto, come Amministrazione Comunale, consapevoli di una situazione economica davvero pesante, non abbiamo tralasciato e non tralasciamo alcun tentativo per cercare di uscire dall’impasse.
Ne è una riprova la Zona Franca Urbana.
Il Ministero dello Sviluppo Economico ha infatti istituito nel bilancio di previsione un apposito fondo di 50 milioni di euro per contrastare i fenomeni di esclusione sociale e favorire l’integrazione sociale e culturale e delle popolazioni residenti in aree degradate identificate, appunto, come Z.F.U. (Zona Franca Urbana).
L’inserimento nelle aree ZFU comporterebbe incentivi ed agevolazioni fiscali e previdenziali per quelle aziende che volessero insediarsi nel territorio.
Una vera boccata d’ossigeno che consentirebbe la  crescita di nuove aziende proprio nella fase di avvio che, per i costi del  lavoro, inflazione, elevata concorrenza, risulta molto onerosa e che spesso induce alla rinuncia.
Ebbene abbiamo deliberato di chiedere alla Regione Marche (l’Ente deputato dal Cipe alla  raccolta e valutazione delle proposte prima dell’invio al Ministero dello Sviluppo Economico) il riconoscimento del territorio ascolano quale Zona Franca Urbana
Diverse le  ragioni, come è facilmente intuibile, che ci hanno spinto a farci promotori di questa richiesta  ma che, sostanzialmente,  si possono individuare sia nel cogliere una significativa opportunità  di ripresa economica sostenuta dallo Stato ma ancor più nello stimolare l’intraprendenza imprenditoriale e dare nuovo impulso alle  attività produttive. Ma conosciamo altrettanto bene le difficoltà. Soprattutto una. Il Comune di Ascoli pare non possedere un requisito: il tasso di disoccupazione.
Infatti il limite minimo per l’ammissione alla richiesta di inserimento nelle ZFU prevede un tasso di disoccupazione al  7,7%, ma riferito all’anno 2005.
Già, 2005. Il dato però non è attendibile perché aggrega dati non riferiti ad un’area omogenea ma assemblando valori di più Comuni appartenenti ad aree geografiche limitrofe e addirittura di altre regioni. Ma dal 2005 la situazione è cambiata e parecchio, tanto che, come detto, la stessa Regione Marche ha sentito il bisogno  di inserire il Piceno tra le zone depresse.
E allora, che fare?
Molto semplice. Chiediamo alla Regione Marche di farsi promotrice presso il Ministero dello Sviluppo Economico per una rimodulazione verso il basso del tasso di disoccupazione riferibile al Sistema Locale Lavoro (Istat 2005) che al momento impedisce al nostro territorio di godere di tali provvidenze».