Provincia di Macerata e il Parco Nazionale dei Monti Sibillini sono i due modelli vincenti
tutti gli sforzi affinché passi alla storia come l’anno X per la prevenzione contro la piaga degli incendi. L’auspicio è quello di uscire finalmente dalla gestione commissariale per imparare a gestire e governare l'ordinario. Per aiutare la macchina operativa nella lotta contro il fuoco, che lo scorso anno ha mandato in fumo 116.602 ettari di boschi, il 27% dei quali ricadenti in aree protette, il WWF ha presentato oggi il dossier Incendiometro 2008 dove, oltre ad essere identificate le 17 aree più vulnerabili agli incendi estivi e di maggiore pregio naturalistico sul suolo italiano, sono presentati due piani di prevenzione di successo: l’operato della Provincia di Macerata e del Parco dei Monti Sibillini sperando che possano costituire un modello replicabile anche in altre realtà.
Il tempo e l’azione coordinata a terra sono questi gli ingredienti principali dei due modelli virtuosi marchigiani.
Il primo modello, quello messo in atto dalla Provincia di Macerata, ha già mostrato la sua efficacia. In soli 5 anni, dal 2000 al 2005, la superficie di bosco incendiato è passata dai 452 ettari a soli 52 ettari. Il Piano ha un’altra particolarità: è estremamente efficace dal punto di vista economico, 66.000 euro per il controllo di 215.000 ettari di superficie coinvolta. Si avvale di 350 volontari impiegati in 9 punti di avvistamento fissi e 150 unità mobili. Coinvolge 32 associazioni tra gruppi comunali di protezione civile alle associazioni di volontariato. I punti di avvistamento sono individuati con la collaborazione del Corpo Forestale dello Stato, di alcuni comuni e sulla base delle informazioni tecniche derivate dalla carta del Rischio Incendi Boschivi redatta dalla Regione Marche con il CFS. Una vera macchina da ‘guerra’ contro il fuoco che garantisce un coordinamento del flusso di comunicazioni sullo svolgimento del programma.
Nel secondo modello, quello del Parco dei Monti Sibillini è stato avviato un sistema di controllo e prevenzione degli incendi garantito da un impegno comune e costante delle diverse Amministrazioni che operano sul territorio. In particolare il Parco garantisce: controllo territoriale costante tramite degli agenti del Coordinamento Territoriale dell’ambiente del CFS (la densità di agenti è ben superiore a quella dei restanti territori regionali); un efficiente ed articolato sistema di automezzi (nettamente superiore a quello a disposizione nei restanti territori regionali) atto alla prevenzione e controllo degli incendi; l’attivazione di un progetto di telecontrollo al fine della prevenzione degli incendi integrato nel sistema di protezione civile regionale; e infine la pianificazione antincendio che si è voluta integrata con quella predisposta dalle due regioni (il nuovo piano è stato adottato dal parco nei mesi scorsi).