E' su questa base operativa per contrastare l'emergenza incendi in Italia che le Marche e la Campania si aggiudicano le medaglie al merito come regioni più virtuose, stando a quanto riportato dall'indagine condotta da Legambiente e Protezione Civile i cui risultati sono stati presentati oggi nel rapporto "Ecosistema incendi 2008".
In base allo studio, collegato a "Non scherzare col fuoco", campagna di monitoraggio prevenzione ed informazione sugli incendi boschivi , l'86% delle amministrazioni comunali marchigiane svolge un lavoro positivo in difesa dei propri boschi. Segue tra le meritevoli al secondo posto la Campania che pur battendo il record negativo per il numero di incendi nell'estate 2007, ha visto l'82% dei comuni reagire in maniera ferma con una strategia di lotta e applicazione della legge quadro in materia. Terza 'medaglia' per le amministrazioni comunali molisane con il 78%, mentre fanalino di coda è la Lombardia, con l'85% dei comuni che svolge un lavoro negativo, anche perché meno toccata da incendi. E' Perugia, invece la città più impegnata tra i capoluoghi che hanno risposto allo studio. L'indagine 'Ecosistema Incendi 2008' si è concentrata sulla rilevazione di parametri che indicano lo stato di attuazione della legge quadro 353/2000 e le azioni messe in pratica dalle amministrazioni per arginare la piaga degli incendi. Le linee guida di valutazione sono state: campagne di informazione, avvistamento focolai, presidio del territorio, piani comunali di emergenza, registrazioni dei terreni al catasto per evitare speculazioni. L'impegno dei comuni e delle associazioni di volontariato si sposa cosi" con l'impegno della Guardia Forestale dello Stato che nel 2007 ha effettuato più di 36mila controlli nel territorio, in una difficile opera di indagine in cui in molti casi non si tratta di criminali incendiari ma di azioni della criminalità organizzata.
Il boom del numero di incendi nelle Marche, passati in un anno da 35 a 102, è legato anche al fenomeno dell'abbandono del territorio e alla diminuzione della superficie coltivata. Lo sostiene Coldiretti Marche, commentando i dati del 2007 resi noti da Legambiente e Protezione Civile. Per Coldiretti, occorre dunque "creare le condizioni perché gli imprenditori agricoli possano continuare a operare, specie nelle aree montane e svantaggiate, e assicurare così una costante opera di monitoraggio e salvaguardia dell'ambiente".
"La superficie boschiva - afferma il presidente Giannalberto Luzi - è raddoppiata negli ultimi 50 anni, passando da 130mila a 256mila ettari, mentre quella agricola si è ridotta di 214mila ettari, un'area grande come la provincia di Ancona. Ciò ha determinato un fenomeno di abbandono del territorio, lasciato solo a fronteggiare il problema del dissesto idrogeologico, ma anche privato di quell'attività di custodia, valorizzazione, protezione e sorveglianza, anche nei confronti dei piromani, garantita dalla presenza degli imprenditori agricoli". Non a caso il progetto 'Non scherzate col fuoco', la campagna organizzata in collaborazione con Legambiente e Dipartimento della Protezione Civile, prevede la presenza di agricoltori 'rangers' su tutto il territorio per vigilare sul rischio incendi.