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Parcheggi, Celani sempre meno dalla parte dei cittadini
Catalucci: «Non resta che appellarci alla Corte di Giustizia Europea»
«Prova provata che il sindaco è sempre più dalla parte della SABA e sempre meno dalla parte dei cittadini ascolani - prosegue Catalucci - Essi infatti continueranno a piangere e a disperarsi per trovare un posto dove poter parcheggiare la macchina.
Il sindaco, al contrario dei cittadini ascolani è felice nel pensare che di nuovo alcune vie di Ascoli ridiventeranno tutte blu come sosta a pagamento (Via Piave, Via Vellei, via dei mulini, zona Stazione, tutto il quartiere di Porta Maggiore e di Campo Parignano).
I parcometri saranno dissigillati e pronti all’uso, le multe ripartiranno a raffica, i permessi saranno finalmente rilasciati con un sicuro aumento del canone, come le tariffe orarie a raso e coperti.
Bella roba, oltre al danno anche la beffa per gli ascolani!
Che fine farà ora il nuovo Piano Sosta che è nella testa dell’assessore Natali???
L’idea della chiusura di Piazza Viola è già morta prima di nascere, così come l’ampliamento della pedonalizzazione del centro storico.
Credo infatti che Natali non si stia sbellicando dalle risate, al contrario del suo sindaco e padre del vigente Piano sosta.
Se tutto questo è fonte di gioia e di felicità per il Sindaco Celani, è sicuramente un segno di allarme e di sconcerto per i cittadini e per i residenti della città, che si vedono ancora una volta penalizzati e vessati dalla convenzione del 2002 che ha consegnato per 40 anni il destino della città alla SABA.
Ma non ci eravamo illusi: la sentenza del Consiglio di Stato non ci ha sorpreso. E comunque non è detta l’ultima parola. Non resta che appellarci alla Corte di Giustizia Europea, visti i precedenti che provo ad elencare di seguito.
A parti inverse e contrarie è la seconda volta infatti che il Consiglio di Stato, ribaltando una sentenza del TAR, accoglie un ricorso della SABA.
Era già successo nel 2006 (sentenza n. 4440) quando la Quinta Sezione dell’organo, accoglieva un ricorso della SABA contro la scelta del Comune di Bolzano di affidare in house-providing (cioè senza gara pubblica) la gestione sosta ad una sua società partecipata al 100%.
In entrambi i casi, con parti rovesciate ed inverse, il Consiglio di Stato ribaltava le sentenze del TAR.
In quella occasione per emettere il verdetto il Consiglio di Stato si avvalse, dopo richiesta di quesito pregiudiziale, di una sentenza della Corte di Giustizia della Comunità Europea (C-458/03 Parking Brixen GmbH) che statuiva come l’affidamento di servizi pubblici ad una società per azioni, a capitale interamente comunale, senza espletamento di procedure ad evidenza pubblica per la scelta del contraente, si poneva in contrasto con le norme di cui agli artt. 12, 45, 46, 49 e 86 del Trattato dell’Unione Europea, che tutelano il principio di non discriminazione, la libertà nella prestazione dei servizi pubblici e il principio della libera concorrenza.
La SABA, quindi, vince sempre al Consiglio di Stato, anche quando svolge ruoli contrapposti ed inversi sulla stessa materia giuridica. A mio modesto avviso e da completo profano, se la SABA ha avuto ragione (giustamente) contro il Comune di Bolzano nel 2006, non può avere che torto nella causa avverso la sentenza del TAR delle Marche che aveva accolto il ricorso della Angelo Boni Scarl, la quale aveva dimostrato come si poteva prefigurare, nella convenzione del 2002 del Comune di Ascoli, una sorta di affidamento in house della gestione della sosta in città.
Vedremo ora se la Corte di Giustizia della Comunità Europea si pronuncerà ancora una volta e in maniera definitiva, sui contenziosi italiani, dovuti ad una normativa italiana, che appare sempre più agli occhi degli europei, complessa, incoerente e contraddittoria. E intanto gli ascolani piangono e non trovano soluzioni ai loro problemi di traffico e di sosta. E dovranno continuare a vivere nel caos selvaggio dei parcheggi in attesa di giustizia, che arriverà, comunque, sempre troppo tardi».