Massimo Martelli, dell'associazione "Città Sommerse", polemizza con An e Rifondazione, ma assicura che l'evento si terrà in ogni caso. «Ho appreso la notizia a mezzo stampa dell’approvazione dell’odg targato Crescenzi-Castelli all’ultimo Consiglio Provinciale, volto in sostanza a vietare l’utilizzo della sala “Ex Tornasacco” per la presentazione dell’ultimo libro di Renato Curcio, “I dannati del lavoro”». Queste le parole di Martelli che aggiunge: «Non intendo entrare in merito sui contenuti delle polemiche di AN, né pormi allo stesso livello culturale e civico dei signori della destra picena.
In merito all’odg non sono stupito dei voti favorevoli del PDL-PD: fanno il loro mestiere. Più interessante è l’astensione dei consiglieri di Rifondazione Comunista: evidentemente, il non pronunciarsi sul diritto di un’associazione di promuovere un’iniziativa culturale nel contesto di un paese considerato democratico fa parte di chissà quali lungimiranti strategie politiche per la costruzione di "un’alternativa di società” che noi comuni mortali non possiamo comprendere appieno.
Devo comunque tranquillizzare tutti gli interessati all’iniziativa sui “Dannati del lavoro”: si terrà come annunciato sabato 28 giugno alle 17.30 presso la sala provinciale “Ex Tornasacco” ad Ascoli Piceno visto che non ci è giunta, a oggi, nessuna smentita scritta con motivazioni allegate da parte della Segreteria provinciale. Nella malaugurata eventualità (sarebbe un fatto grave e antidemocratico) di una comunicazione in tal senso - conclude Martelli - l’iniziativa si svolgerebbe comunque, in altro luogo, sempre ad Ascoli Piceno, lo stesso giorno di sabato 28 alla stessa ora».
Rifondazione: «Curcio responsabile morale dei crimini delle Brigate Rosse»
I Consiglieri Provinciali di Rifondazione, Gianluca Vagnarelli e Giuseppe Marconi, replicano alle accuse di Massimo Martelli: «Le motivazioni che hanno indotto il gruppo consiliare del PRC-SE della Provincia di Ascoli Piceno ad astenersi nella votazione sull’ordine del giorno presentato dal Consigliere Provinciale Crescenzi, nel quale si chiedeva la revoca della sala concessa all’associazione “Città Sommerse” per una iniziativa pubblica con Renato Curcio, sono state dettate da due ordini di ragioni:
- Da un lato abbiamo voluto ribadire il diritto di tutti i cittadini, sia individualmente che collettivamente, e quindi anche dell’associazione “Città Sommerse”, di vedersi riconosciuto il diritto di manifestare le proprie idee e, quindi, di vedersi concessi degli spazi pubblici per esprimere liberamente le loro opinioni, indipendentemente da una valutazione nel merito delle stesse, pena il rischio di un pericoloso restringimento degli spazi di democrazia. Siamo infatti convinti che questa sia la migliore dimostrazione di forza da parte delle istituzioni democratiche. Peraltro va ricordato che l’Amministrazione Provinciale ha concesso la sala di proprietà della Provincia ma non il patrocinio politico-istituzionale all’iniziativa.
- Accanto a questa ragione abbiamo tuttavia voluto ribadire la distanza sul merito della scelta del relatore dell’iniziativa stessa. Renato Curcio non ha mai commesso reati di sangue e ha pagato il suo debito con la giustizia. Tuttavia egli, essendo stato l’ideologo delle Brigate Rosse, porta intera la responsabilità morale dei crimini commessi dai brigatisti negli ‘anni di piombo’. Riteniamo infatti che chi ha regolato i propri conti con la giustizia abbia certamente il diritto di reinserirsi nella società ma senza dimenticare le gravi responsabilità morali che porta sulle spalle. Lo stesso vale per i cattivi maestri e per chi ha contribuito a teorizzazioni aberranti e a campagne di odio e di violenza, offrendo in questo modo motivazioni al terrorismo e a quanti perseguivano la destabilizzazione e il rovesciamento dello Stato. Siamo infatti convinti della necessità di onorare la memoria delle vittime del terrorismo tra le quali, vale la pena ricordarlo, vi fu anche un uomo come Guido Rossa, operaio genovese iscritto al PCI e sindacalista della CGIL, che pagò con la vita la scelta di denunciare le infiltrazioni terroristiche nella sua fabbrica».