scoppio di un fuoco d'artificio durante la festa di Sant'Antonio da Padova. Il sostituto procuratore di Ascoli Piceno Umberto Monti non ha ritenuto necessario disporre l'autopsia. La morte dell'anziano di 71 anni è evidentemente sopraggiunta per una grave emorragia dell'aorta, e Agostini è deceduto per dissanguamento.La ricognizione cadaverica verrà condotta oggi dal medico legale Canestrari; successivamente la salma verrà riconsegnata alla famiglia per i funerali che dovrebbero svolgersi domani a Venarotta, dove il sindaco Emidio Sciamanna aveva già annullato i festeggiamenti e disposto il lutto cittadino. Al momento non vi sono persone iscritte nel registro degli indagati. Il magistrato ha aperto un fascicolo a carico di "persone da identificare". Sembra escluso, secondo i primi accertamenti svolti dai carabinieri di Venarotta e della compagnia di Ascoli, che Agostini fosse in possesso del patentino necessario per manovrare i fuochi d'artificio. Gli spari 'sordi' erano stati commissionati ad una ditta di Castorano: bisognerà dunque stabilire a che titolo furono invece esplosi da Agostini.
Il sindaco di Venarotta Emidio Sciamanna ha proclamato tre giorni di lutto cittadino per la morte di Luigi Agostini, ucciso da un colpo partito dal mortaio che lui stesso stava innescando per i cosiddetti 'spari sordi' in onore del Santo. Annullati anche i festeggiamenti previsti nella cittadina in onore di Sant'Antonio da Padova.«Una tragedia che addolora tutta la comunità di Venarotta e dei paesi limitrofi dove Gigi era conosciuto e apprezzato da tutti sia per il suo lavoro che per le doti umane. Da quando era andato in pensione - racconta il primo cittadino - si era impegnato molto nelle attività e nelle manifestazione del paese, con grande entusiasmo e altruismo». In lacrime il parroco don Umberto Puglia, presente al momento dello scoppio.
Le indagini della Procura di Ascoli mirano in questa prima fase a stabilire la dinamica dell'incidente, ma anche se Agostini fosse autorizzato a innescare l'ordigno che gli è esploso contro. Nell'ordinanza sindacale con cui erano stati autorizzati i fuochi era infatti indicato anche il nome di chi avrebbe dovuto innescare la miccia e si tratterebbe di una persona diversa dalla vittima. Da stabilire, quindi, che tipo di rapporto vi fosse fra Agostini e la ditta che ha fornito il materiale e se il pensionato avesse il patentino per maneggiare fuochi d'artificio. Agostini lascia la moglie e tre figli.