Ancona, Longarini condannato a pagare 71 milioni di euro

Ancona, Longarini condannato a pagare 71 milioni di euro

Accolte le richieste della procura contabile. Danno erariale per il Piano di ricostruzione

Corte dei Conti del Lazio a pagare 71 milioni 617.000 euro, in solido con sei ex funzionari del settore lavori pubblici (e non 95 milioni come era stato reso noto in precedenza, cifra chiesta dalla procura contabile). Si tratta di Gabriele Di Palma, Filippo Prost, Lamberto Sortino, Claudio Giordani, Vincenzo Mattiolo e Antonio D'Ancona. Altri due imputati nella complessa vicenda del piano di ricostruzione di Ancona sono morti nel frattempo.

Le tappe processuali
La sentenza della Corte dei Conti del Lazio che ha condannato Edoardo Longarini a pagare 95 milioni di euro di danno erariale per il Piano di ricostruzione di Ancona è stata depositata nei giorni scorsi, e la motivazione non si conosce ancora. I difensori di Longarini, avv. Claudia Cardenà e Angelo Clarizia, ricorreranno in appello contro la decisione, arrivata a 11 anni di distanza dal 1997, anno di avvio del procedimento. Tra le voci di danno la procura ha contestato, in particolare, sovrastime di sovrapprezzi per lavorazioni particolarmente onerose (5 milioni di euro) e di prezzi nuovi (2,2 milioni), l'irregolare applicazione del coefficiente moltiplicatore (18 milioni) e del meccanismo di anticipazione (23 milioni).   Opposte le conclusioni cui era giunto il consulente tecnico d'ufficio, l'ing. Maurizio Noto, secondo cui invece sarebbe stata corretta la contabilizzazione dei lavori prospettata dal costruttore al ministero: 199 miliardi di vecchie lire, che arrivavano a 213 miliardi considerando l'Iva. Il perito aveva escluso l'esistenza di un danno, rilevando anzi che il meccanismo dell'anticipazione garantì un risparmio di 15 milioni di euro all'amministrazione. In sede penale, per il piano di ricostruzione di Ancona, la Cassazione ha dichiarato prescritte le accuse di falso, corruzione e truffa aggravata contestate a Longarini (condannato a sette anni di carcere in primo grado) confermandone implicitamente nel merito la responsabilità. Questi fatti sono oggetto di una causa civile da 360 milioni di euro avviata dal Comune di Ancona nei confronti del costruttore. La perizia disposta per quantificare il danno potrebbe essere depositata entro un paio di mesi. La prossima udienza si terrà il 10 ottobre 2008.   In sede civile, a Roma, il costruttore anconetano ha però incassato una sentenza favorevole della corte d'Appello di Roma, che gli ha riconosciuto il diritto ad essere risarcito per il taglio dei finanziamenti dopo la revoca delle delibere con cui gli erano stati affidati i lavori e per la mancata emissione di un decreto di affidamento delle opere sempre risalente al 1987. La corte d'Appello civile di Perugia lo ha invece condannato per i sovrapprezzi, in uno stralcio rinviato dalla Cassazione. Il procedimento contabile parallelo nei confronti di Longarini per il Piano di Ricostruzione di Macerata si era concluso invece con un nulla di fatto. Alle due successive sentenze di condanna pronunciate dalla Corte dei Conti delle Marche erano seguiti due successivi annullamenti in appello: il primo con rinvio ai giudici per un difetto di notifica e il secondo, invece, in via definitiva.