Provincia, precari stabilizzati e 100 trasferiti a Fermo

Provincia, precari stabilizzati e 100 trasferiti a Fermo

Accuse di interessi privati per alcuni sindacalisti che hanno mogli e figli nella vicenda

Per scegliere gli altri, i non volontari, ecco i tre requisiti:  minor anzianità di servizio, minor carico familiare e che abitino a minor distanza da Fermo.
Nessuna clientela possibile. In assemblea se le sono dette senza peli sulla lingua. Critiche al sindacato per l'eccessiva lunghezza della trattativa, accuse di conflitto d'interesse per alcuni sindacalisti presenti al tavolo che avrebbero familiari, stretti e meno stretti, parenti più o meno vicini, interessati a stabilizzazioni o possibili trasferimenti nella sede di Fermo. Accuse precise come quelle di Alessandro Galosi e altri, passate come acqua fresca, senza nessuna replica da parte di alcuno.
D'altro canto il segretario provinciale della FP Cgil Francesco Neroni ai colleghi in questione gliela aveva già cantata chiara in un'intervista: «occorre pensare agli interessi collettivi». Critiche anche all'amministrazione provinciale per il ritardo nella conoscenza delle piante organiche delle due nuove Province che ha alimentato la paura con le incertezze. Botta e risposta anche tra dipendenti “storici” e precari da stabilizzare.
«Noi abbiamo già fatto la gavetta lavorando fuori per tre o quattro anni, devono fare concorsi pubblici regolari come noi», dicono i primi riferendosi ai precari. «Ho fatto due concorsi in due anni – risponde Silvia Santini, una precaria – E' bene collaborare tutti insieme perché il lavoro è un diritto di tutti, eppoi se non ci stabilizzassero saranno i dipendenti a tempo indeterminato a dover andare a Fermo».
Una verità sacrosanta che fa riflettere molti dei dipendenti “storici” e forse fa decantare una guerra tra “poveri” sobillata da interessi più o meno nascosti. IL PRESIDENTE DELLA PROVINCIA MASSIMO ROSSI CON NERONI (CGIL)
Secondo la regola della garanzia di restare in sede ad Ascoli per chi ha maggior anzianità di servizio, infatti, i precari appena stabilizzati sono quelli con minore anzianità e quindi candidati alla partenza per Fermo, tolte rare eccezioni per qualche “storico” dovute a carico familiare e distanza abitativa negative, ma saranno casi rari. Il presidente della Provincia Massimo Rossi è stato chiaro. «Non ho alcun coniglio da far uscire dal cilindro né persone da accontentare – dice Rossi ai dipendenti – non abbiamo pronte le piante organiche per cambiamenti delle leggi, le circolari e i pareri che si rincorrono, ma possiamo farle in due giorni ora.
Sono qui perché non voglio commettere errori e da voi voglio idee e contributi. Perché se si vuole io posso mettermi da parte  e qualcuno (commissario, ndr) farà le divisioni del patrimonio e del personale secondo le percentuali del 57% e del 43%. Stasera poi avrò una riunione a Fermo e spero di incontrare la ragionevolezza invece della barbarie su questi temi.
La legge impone che si può assumere a tempo determinato per non più di tre mesi, se non vengono accettate le nostre soluzioni poi sarò un mastino sulle eventuali assunzioni difformi e presenterò  esposti alla Corte dei Conti. A chi dice che sono aumentati i dipendenti sotto la mia amministrazione faccio presente che quei numeri ce li ho trovati e anzi sotto il mio mandato si sono abbassati di 41 unità». Il piano comunicato ieri dal presidente Massimo Rossi è naturalmente una bozza e il percorso definitivo convenuto con il sindacato sarà tuttavia sottoposto prima di qualsiasi approvazione ancora all'assemblea del personale provinciale.

I numeri del personale

La Provincia di Ascoli Piceno conta al momento 21 dirigenti, anche per alcuni di loro si prevede incentivazione al trasferimento. I dipendenti sono complessivamente 719. Tra questi 6 sono quelli certi di andare in pensione. Se si dividesse il restante per le percentuali di ripartizione, 402 dovrebbero restare ad Ascoli e 310 andrebbero a Fermo dove già sono presenti 118 dipendenti provinciali. Ne resterebbero quindi altri 192. Considerando che entro il 31 dicembre 2008 saranno in 40 ad aver raggiunto i requisiti per il prepensionamento ecco che il numero si abbassa ulteriormente. Con le triangolazioni, cioè l'utilizzo di personale delle Province da parte di enti locali, si prevede che altre 15 persone potrebbero scegliere questa possibilità. Il presidente della Provincia Massimo Rossi ha anche detto che c'è copertura finanziaria (1 milione e 300 mila euro da chi andrà in pensione) per coprire i costi d'incentivazione senza alienare immobili provinciali.