I movimenti di massa, conosciuti come frane, collocano le Marche tra le regioni più critiche
esistenti tra uso del suolo e rischio idrogeologico in rapporto all’ambiente fisico. Al fine di prevedere e prevenire eventi dannosi, la Regione ha sviluppato un progetto in collaborazione con l’Università degli studi di Urbino che ha portato all’elaborazione di questo studio, le cui conoscenze derivate contribuiscono ad accrescere il patrimonio scientifico a supporto delle attività di Protezione civile. Il territorio regionale, per la sua struttura geologica e morfologica, per la posizione geografica e per il suo assetto socio-economico, presenta vari scenari di rischio, tra cui quello idrogeologico. I movimenti di massa, meglio conosciuti come frane, che ricorrono con una frequenza media di 4.4 per km², collocano le Marche tra le regioni più critiche in Italia. Il progetto comprende l’analisi del territorio mediante lo studio di cinque aree campione distribuite nelle diverse province e in diversi contesti geologici: Pedaso (AP), Petriano (PU), Urbino, Conero (AN), Monte Bove (MC).
Alla presentazione parteciperanno l’assessore regionale alla Difesa del suolo e della costa, Gianluca Carrabs, la presidente della Provincia di Ancona, Patrizia Casagrande Esposto, e il sindaco di Sirolo, Giuseppe Misiti, che apriranno i lavori. Farà da moderatore, il direttore del Dipartimento per le Politiche integrate di sicurezza e per la Protezione civile regionale, Roberto Oreficini Rosi. Interverranno il preside della Facoltà di Scienze e tecnologie dell’Università di Urbino, Stefano Papa; Maurizio Ferretti, direttore del Centro funzionale multirischi per la meteorologia, l’idrologia e la sismologia della Regione Marche; Mario Smargiasso, segretario dell’Autorità di bacino regionale; Walter Borghi, presidente dell’Ordine dei Geologi delle Marche; con i contributi tecnici di Pierpaolo Tiberi (Regione Marche – segreteria scientifica), Roberto Romeo (professore associato di Geologia applicata) e Milena Mari (collaboratrice Università di Urbino). A Bernardo De Bernardinis del Dipartimento della Protezione civile nazionale saranno affidate le conclusioni.