La bravata di Marco Ahmetovic e del suo complice ascolano Remo Pizi è costata a entrambi un ordine di custodia cautelare per i reati di furto e danneggiamento, firmato dal gip di Teramo su richiesta del pm Stefano Giovagnoni.
Il rom di 23 anni che, guidando ubriaco, nella notte fra il 22 e il 23 aprile del 2007 uccise quattro ragazzi ad Appignano del Tronto, si è visto notificare il provvedimento restrittivo nel carcere di Marino, dove sta scontando i sei anni e sei mesi di reclusione comminatigli per la strage, più tre anni per una tentata rapina all'ufficio postale di Maltignano, commessa insieme a Pizi. Quest'ultimo invece, dopo la condanna a due anni e sei mesi per la rapina era tornato in libertà, ed è stato arrestato dai carabinieri di Ascoli Piceno nella sua abitazione di Maltignano.
Secondo il racconto degli investigatori, due mesi prima dei fatti di Appignano, a febbraio, Ahmetovic e Pizi avrebbero cercato di rubare un'auto della Polizia municipale di Maltignano, senza riuscirci. Pochi giorni dopo invece il colpo andò a segno in Abruzzo, a Sant'Egidio alla Vibrata. Impossessatisi di una vettura di servizio dei vigili urbani della cittadina - munita di insegne, paletta, lampeggiante e quant'altro - il rom e il suo amico avevano trascorso la serata molestando le ragazze straniere che si prostituiscono lungo la Bonifica, a cavallo fra le province di Fermo e Teramo. Con loro avrebbero portato anche un bimbo rom di dieci anni, ospite del campo nomadi di Appignano del Tronto, poi dato alle fiamme da ignoti dopo la morte dei quattro ragazzi del paese.
Dell'episodio, Ahmetovic si era vantato in una telefonata ad un pregiudicato ascolano fatta nel dicembre scorso dal residence di San Benedetto del Tronto dove si trovava agli arresti domiciliari. Chiamata che poi gli valse, insieme ad altre violazioni della misura cautelare, il ritorno dietro le sbarre. Sia dalle confidenze telefoniche del rom, sia dagli accertamenti condotti dai carabinieri, sembra che Ahmetovic e Pizi si siano limitati a spaventare le prostitute, spruzzando anche spray urticante, senza chiedere loro prestazioni sessuali o derubarle, motivo per il quale sono indagati soltanto per i reati di furto, tentato furto e danneggiamento.
Dopo la notte brava, l'auto dei vigili di Sant'Egidio fu lasciata cadere in un torrente, dove poi venne recuperata senza però riuscire a capire, fino ad oggi, chi e perché l'avesse trafugata.
«Non c'é dubbio - ha commentato il comandante provinciale dei carabinieri di Ascoli Piceno Sante De Pasquale - che questo episodio conferma i collegamenti di Ahmetovic con la criminalità locale». Contrasta inoltre con il tentativo del rom di passare per vittima di una tragedia, quella di Appignano, che sarebbe potuta accadere a qualsiasi altro automobilista.