Fermignano, la Lav contro il Palio delle rane

Fermignano, la Lav contro il Palio delle rane

La Lav ha diffidato il sindaco e si è rivolta al prefetto di Pesaro

E' quello che sostiene la Lega antivisisezionista, che ha diffidato il sindaco di Fermignano, la Proloco, e il servizio veterinario di Urbino dall'autorizzare il tradizionale Palio della rana, in programma da oggi a domenica. Motivo: le disposizioni del regolamento del palio siano in netto contrasto con la tutela degli animali e con i diritti delle rane, trascinate fuori dal loro habitat naturale, e sottoposte a inutili stress quando non al rischio di morte. La Lav si è rivolta al prefetto di Pesaro, che ha già interessato il comandante provinciale del Corpo forestale dello Stato, i vertici delle forze di polizia e il sindaco perché prevengano qualsiasi abuso. Tradizionalmente, durante la corsa del palio le rane vengono trasportate in delle carriole, e recuperate e rimesse in carrozza ogni volta che cercano di scappare. Il regolamento punisce con la squalifica chi investe o ferisce qualcuna di loro, ma niente di più. Secondo la Lav invece è la stessa sagra di paese a configurarsi come una tortura per le povere rane, che spesso restano ferite o tirano le cuoia nel bel mezzo della gara. Evenienze che oggi si configurano come reati, sanzionati dal Codice penale, che all'art. 544-ter recita: "chiunque, per crudeltà o senza necessità, cagiona una lesione ad un animale ovvero lo sottopone a sevizie o a comportamenti o a fatiche o a lavori insopportabili per le sue caratteristiche etologiche è punito con la reclusione da tre mesi a un anno o con la multa da 3.000 a 15.000 euro". Con un aumento di pena della metà se "dai fatti deriva la morte dell'animale". Inoltre, l'art. 544-quater stabilisce che "salvo che il fatto costituisca più grave reato, chiunque organizza o promuove spettacoli o manifestazioni che comportino sevizie o strazio per gli animali è punito con la reclusione da quattro mesi a due anni e con la multa da 3.000 a 15.000 euro". Anche in questo caso "la pena è aumentata da un terzo alla metà se i fatti sono commessi in relazione all'esercizio di scommesse clandestine o al fine di trarne profitto per sé od altri, ovvero se ne deriva la morte dell'animale".