L'eccezionale gravità dell'accaduto non consente di valutare equivalenti le attenuanti
Sono gli elementi chiave con cui i giudici della Corte d'Appello di Ancona hanno motivato la sentenza, emessa lo scorso 13 marzo, che ha confermato la condanna a sei anni e mezzo di carcere a carico di Marco Ahmetovic, il rom che investì e uccise quattro ragazzi. Il giovane era accusato di omicidio colposo plurimo aggravato dalla guida in stato di ebbrezza per aver causato l'incidente stradale in cui la sera del 23 aprile del 2007 morirono Eleonora Allevi, Alex Luciani, Danilo Traini e Davide Corradetti, ragazzi fra 16 e 19 anni, tutti di Appignano del Tronto. Per questo reato la Corte d'Appello ha confermato la condanna a sei anni emessa dal Tribunale di Ascoli lo scorso ottobre oltre a quella a sei mesi per il reato di resistenza a pubblico ufficiale. Per i giudici anconetani l'eccezionale gravità dell'accaduto non può consentire di valutare, come chiesto invece dalla difesa, equivalenti le attenuanti della giovane età - 22 anni - e del comportamento processuale rispetto alle aggravanti di aver guidato in stato di ubriachezza - consapevolmente secondo i magistrati - il furgone che quella sera travolse ed uccise i quattro ragazzi e ne ferì seriamente un altro. Un peso rilevante nella conferma della pena l'hanno avuto la testimonianza di una barista che quella sera vide Ahmetovic ubriaco e gli esami effettuati da un medico del carcere di Ascoli che hanno stabilito che negli otto mesi che precedettero il tragico incidente il rom aveva bevuto abitualmente.