Altre iniziative illegitime risulterebbero inefficaci alle esigenze della comunità locale
Come ben sapete sin dall’insediamento della mia Amministrazione, nella piena consapevolezza delle
difficile congiuntura economica ed occupazionale attraversata dal nostro territorio, ho ritenuto di attivare processi strutturati di progettazione condivisa tra tutti gli attori socio economici ed istituzionali della provincia per individuare possibili strategie per il rilancio dell’economia locale in una nuova prospettiva di sviluppo sostenibile.
Conoscete bene anche il prodotto di tali complessi e capillari processi. Mi riferisco in particolare, da un lato al documento sottoscritto da 30 rappresentanti di associazioni di categoria, organizzazioni sindacali, enti ed università, nel quale si individuano una serie di interventi e progetti di breve-medio termine in materia di sostegno alle PMI e di infrastrutture, dall’altro lato al progetto integrato territoriale in fase di definizione da parte degli Enti pubblici locali, a valere sui fondi FESR e del PSR, allo scopo di valorizzare le risorse naturali e culturali del territorio per un incremento occupazionale e per un “marketing” territoriale innovativo.
Non ho mai ritenuto ed affermato che dette progettualità potessero considerasi “programmi di investimento” su cui chiamare la Regione Marche ad un finanziamento in blocco. Al contrario ho sempre considerato e presentato formalmente l’insieme di tali proposte quale possibile base concreta di un confronto costruttivo del sistema istituzionale e socio economico locale con la stessa Regione, allo scopo di individuare insieme le migliori soluzioni e selezionare le azioni prioritarie da mettere in campo sinergicamente.
Proprio per attivare tale confronto, su espressa delega di tutti i soggetti che compongono il “tavolo provinciale di coordinamento della programmazione economica”, circa due mesi or sono ho chiesto formalmente un incontro collegiale con il Presidente della Regione Marche ed i suoi diretti collaboratori. Peraltro lo stesso Presidente ha preannunciato nel Dicembre scorso una particolare attenzione del governo regionale nei confronti del territorio Piceno in relazione alla criticità del suo mercato del lavoro, delegando il Vice presidente Agostini di coordinarne le relative azioni. Purtroppo per una serie di ragioni che, sebbene non esplicitate, ritengo comunque legate agli impegni del
Presidente Spacca, non è stato possibile ancora avviare questo confronto.
Sta di fatto che nel frattempo, in questa parte iniziale del 2008 la Regione Marche sta decidendo la programmazione pluriennale delle uniche risorse finanziarie comunitarie e nazionali nel campo dello sviluppo economico che saranno disponibili fino al 2013, in aggiunta a quelle molto scarse del bilancio regionale. Parliamo, in particolare, del FESR che ammonta a circa 288 milioni di euro, al PSR che ammonta a circa 450 milioni di euro e al FAS che ammonta a circa 240 milioni di euro. Passati questi “treni” sarà molto difficile se non impossibile, per i mesi e gli anni successivi, dare concretezza ad alcun intervento straordinario per il piceno …E quello che è certo, aldilà delle reiterate dichiarazioni di
principio, è che proprio ora stanno prendendo corpo decisioni affatto favorevoli al Piceno.
Per le risorse stanziate nell’Asse 5 del FESR (progetti di investimento degli Enti Locali da individuare con un approccio dal basso come stabilisce il “Documento Strategico Regionale” approvato nel 2007 dal Consiglio Regionale), si sta perdendo, ad esempio, una prima concreta possibilità di riequilibrio territoriale poiché in Regione si è già deciso di destinare i circa 45 milioni di Euro come
segue: 11,1 milioni tra Provincia di Ascoli e Provincia di Fermo, 13 milioni per la Provincia di Ancona, 8,7 per quella di Pesaro, 8,8 per quella di Macerata, e addirittura di trattenere dagli stessi fondi ben 4,5 milioni per il finanziamento di attività a titolarità regionale. Ciò mentre il percorso di coprogettazione dei 73 Comuni, coordinato in questi mesi dalla Provincia, con una straordinaria partecipazione per aree territoriali omogenee che non ha avuto uguale concretezza nelle altre province, ha determinato la previsione di circa 50 milioni di euro di investimenti estremamente qualificati che, per essere interamente soddisfatti, richiederebbero risorse per circa 40 milioni di euro.
E per fortuna che almeno la gestione della maggior parte delle risorse del FSE sono a tutti gli effetti delegate alle Province il che ci ha permesso di finanziare autonomamente l’inserimento di oltre 1.500 giovani diplomati e laureati attraverso l’iniziativa “work experience” investendo circa 14 milioni di euro.
Con queste premesse appaiono pertanto ancora più preoccupanti le ipotesi di destinazione delle risorse del FAS (Fondo Aree sottoutilizzate), che per loro definizione dovrebbero avere il fine prevalente di riequilibrare gli indicatori dello sviluppo socioeconomico. Infatti in una recente riunione con i quattro presidenti delle province marchigiane, tenutasi il 7 marzo scorso, presente il sottoscritto, il presidente della Regione ha avanzato una proposta di ripartizione dello stesso Fondo (all.1) nella quale si riserverebbe una quota di 65 milioni di euro in parti uguali tra le quattro province per la realizzazione di infrastrutture di rilevanza territoriale (all.2). Lo stesso presidente ha manifestato la sua contrarietà ad incrementare tale quota e a ripartirla in modo sostanzialmente diverso contraddicendo in questo non solo le finalità del fondo (riequilibrio socioeconomico del territorio) ma la più volte enunciata intenzione di supportare gli sforzi di ripresa del piceno. Spacca ha respinto altresì la proposta di indirizzare un’altra parte di risorse all’incremento delle somme dell’Asse 5 del FESR che, come già detto, risulta largamente insufficiente per soddisfare le succitate progettualità degli Enti locali.
Il Presidente della Regione avrà certamente le sue rispettabili ragioni, oltre che le specifiche prerogative istituzionali, per privilegiare altre ipotesi di investimento ma ritengo giusto e doveroso che le stesse siano confrontate con il territorio, piuttosto che mettere tutti di fronte a fatti compiuti. Ed è questa la fase in cui è ancora possibile correggere il percorso decisionale intrapreso.
Per tali ragioni, non riuscendo a concretizzare l’avvio del necessario confronto collegiale, nei giorni scorsi, ho ritenuto mio dovere assumere pubblicamente una ferma posizione di dissenso rispetto alla suddetta impostazione (all.3), dopo aver inviato un messaggio telegrafico al Presidente Spacca (all.4).
Una posizione, non certo assunta per risentimento personale o per ragioni formali, che non chiude ma rilancia la richiesta di confronto e che pertanto non ha assolutamente nulla a che vedere con la campagna elettorale, nella quale il sottoscritto non è peraltro candidato. Al contrario essa antepone a presunte opportunità elettorali i contenuti ed i tempi della programmazione istituzionale. Sarebbe irresponsabile il mio silenzio di fronte al materializzarsi di scelte ritenute ingiuste e lesive degli interessi del territorio che rappresento, in virtù altresì della espressa delega a richiedere l'incontro con il Presidente della Regione da parte delle rappresentanze socio-economiche del territorio.
Debbo precisare che prima ancora di assumere la suddetta posizione attraverso gli organi di informazione, non appena ho appreso per la seconda volta dell’indisponibilità del Presidente Spacca a partecipare all’incontro programmato per il 19 Marzo, nell’esprimere il mio disappunto al riguardo, gli ho comunque rinnovato l’invito nel nostro territorio, con il telegramma, di cui sopra, inviato nel pomeriggio del 17 Marzo. Infatti, dopo aver consultato tempestivamente vari rappresentanti delle categorie e delle organizzazioni del tavolo economico, ho ritenuto che la disponibilità dell’assessore regionale al bilancio Marcolini a sostituire il presidente, sebbene certamente apprezzabile, fosse se non altro fuorviante rispetto alle finalità dell’incontro. Si sarebbe data, paradossalmente, la percezione che il Piceno chiede soldi piuttosto che un confronto sui progetti di rilancio economico.
Quanto invece alla possibile presenza del vice presidente Agostini al mancato incontro, della stessa non mi è stato fatto alcun cenno da parte degli interlocutori regionali (altrimenti non si sarebbe capito il senso della delega all’assessore Marcolini!) evidentemente anche in relazione al fatto lo stesso Vice
presidente non avrebbe potuto assumere alcun impegno per conto della Regione avendo, come è noto, riconsegnato il 10 Marzo le proprie deleghe al Presidente Spacca, in quanto candidato alle elezioni politiche.
A questo punto non mi resta altro che auspicare lo sblocco di tale situazione per finalizzare ulteriormente quel ruolo di coordinamento territoriale e di collegamento interistituzionale che la Provincia ha sin qui cercato di svolgere. In sostanza mi attendo che si concretizzi l’auspicato avvio del confronto con la Regione, nei modi, nelle forme, nelle sedi e con i referenti istituzionali appropriati.
Altre iniziative al riguardo, di cui ho avuto notizia dalla stampa, qualora eludessero il livello di coordinamento provinciale, oltre a risultare lesive delle attribuzioni e delle modalità di governo statuite dal titolo V° della Costituzione, risulterebbero soprattutto inefficaci in rapporto alle esigenze della comunità locale. Ritengo peraltro che anche nei momenti più delicati e sofferti del confronto politico-istituzionale debba essere ben distinta l’attività di governo dalla polemica politica.
Certo di aver assolto con la presente ad un mio dovere di trasparenza e di chiarezza nei vostri confronti, vi ringrazio per l’attenzione e per la certa prosecuzione della nostra collaborazione nell’interesse della comunità locale.