/L'Appenino centrale si sposta da uno a tre millimetri l'anno
L'Appenino centrale si sposta da uno a tre millimetri l'anno
I dati sono stati raccolti per mezzo di una fitta rete di Gps
E' uno dei risultati più recenti raccolti dagli esperti dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv) nell'ambito di una serie di misure sulla dinamica della crosta terrestre nell'Italia centrale, grazie alle quali sono stati raccolti elementi che potranno permettere di prevedere l'avvicinarsi di un terremoto. I risultati, pubblicati su Quaderni di geofisica, sono stati raccolti per mezzo di una fitta rete di Gps, realizzata dall' Ingv con stazioni in monitoraggio continuo, integrate da 125 stazioni discontinue, distanti tra loro da 3 a 5 chilometri. La rete, rileva l'Ingv, è stata realizzata in seguito all' esperienza maturata con i terremoti umbro marchigiani del 1997 e il suo obiettivo è rilevare con precisioni millimetriche i movimenti della crosta terrestre sia nell'intervallo compreso tra due terremoti (fase intersismica) sia nel corso di un terremoto (fase cosismica). Per uno degli autori della ricerca, Marco Anzidei, «disporre di molte stazioni di osservazione ben distribuite è necessario perché in Italia le faglie sismogenetiche (quelle responsabili dei terremoti) conosciute sono spesso lunghe pochi chilometri o poche decine di chilometri». Grazie al periodo di relativa tranquillità che si è avuto fra il 1999 e il 2003, nel quale non ci sono stati importanti terremoti, la rete Gps ha potuto mettere in evidenza i movimenti della crosta terrestre che non sono di origine sismica e che avvengono a causa dei lenti movimenti delle placche terrestri. «Tutto ciò - rileva ancora Anzidei - è finalizzato a prevedere l'avvicinarsi di un terremoto attraverso i piccoli movimenti della faglia che lo precedono e quindi si tratta di studi che avranno ricadute economiche e sociali».