L'agenzia aveva dato notizia della tutela assegnata ad un pm della procura oggetto di minacce
uno a disposizione della redazione ed il secondo di proprietà della collega Anna Danesi che era l'autrice della notizia sulla quale la procura ha avviato un'indagine per violazione del segreto.
La polizia giudiziaria, che ha un mandato, a firma del procuratore Vincenzo Luzi, che fa riferimento ad un'ipotesi di violazione del segreto in relazione ad una notizia trasmessa ieri, sul notiziario regionale, che riferiva la decisione del comitato provinciale per la sicurezza di assegnare una misura di tutela ad un sostituto della procura di Ancona fatto oggetto di minacce da ambienti dell'estremismo. La polizia ha controllato i pc della redazione, acquisendo stampate delle notizie trasmesse ed ha sentito in qualità di persona informata sui fatti la collega Danesi.
La notizia trasmessa ieri dall'ANSA su misure di tutela per il pm che era stato oggetto di minacce era stata ripresa ed ampliata oggi dai quotidiani locali che avevano attribuito le minacce alla sigla dei Carc (comitati d'appoggio alla resistenza comunista). La stessa sigla che aveva minacciato nell'aprile scorso il magistrato bolognese che sta conducendo un'inchiesta nei confronti della formazione estremista. "Siamo a un verio e proprio bestiario dell'assurdo e dell'inconcepibile. Ancora perquisizioni a carico dei giornalisti che vogliono fare fino in fondo il proprio mestiere, informando correttamente su fatti di pubblico interesse di cui sono venuti a conoscenza". E' il commento di Franco Siddi, segretario della Federazione della stampa, alla perquisizione effettuata nella sede dell'Ansa di Ancona.
"Da Palermo a Genova, da Firenze a Brescia, da Venezia a Trieste, da Bari a Vicenza solo nell'ultimo anno - continua Siddi - perquisizioni e addirittura accuse di reato inconcepibili sono state lanciate verso giornalisti colpevoli solo di assicurare il diritto di cronaca e il diritto dei cittadini a conoscere anche il modo con cui procedono le indagini della magistratura. Non sono mai i giornalisti a far uscire notizie riservate dagli uffici pubblici, ma non si può pretendere a loro danno il bavaglio che la nostra Costituzione vieta e che la Corte di giustizia europea per i diritti dell'uomo ha recentemente giudicato fuori dal lecito".