Cisl: Tallacano un disastro annunciato

Cisl: Tallacano un disastro annunciato

«I lavoratori non possono essere tenuti all’oscuro delle problematiche»

Il disastro annunciato con 5 anni di anticipo del crollo del ponte-tubo di Tallacano desta notevole preoccupazione tra molti lavoratori della CIIP spa i quali valutano negativamente i sostanziali e gravi ritardi nell’appalto di opere fondamentali per garantire l’efficienza del servizio idrico. I lavoratori non possono essere tenuti all’oscuro delle problematiche che possono pregiudicare l’affidamento in house del servizio idrico integrato per il quale sono state portate avanti serie battagli sindacali. La situazione potrebbe ulteriormente aggravarsi se il piano industriale elaborato dall’AATO e accettato dalla CIIP spa non verrà puntualmente verificato e non si cambieranno i criteri di priorità di intervento previsti nel piano degli investimenti.
Come non rilevare la inadeguatezza di un piano che non classificava come urgente un progetto di un’opera, quella di Tallacano, definita da un nostro ingegnere a rischio di crollo con ben 5 anni di anticipo?
Come si può nascondere agli Amministratori, ai cittadini, che altri ponti tubo riguardanti la stessa condotta idrica si trovano nelle stesse condizioni di quello di Tallacano ossia quelli di Novele, Marese e Trivigliano?
I rischi che si corrono sono estremamente seri, le palesi inefficienze o l’incapacità di pochi possono pregiudicare l’affidamento in house del servizio idrico integrato, a discapito soprattutto dei cittadini e delle tante maestranze valide di cui l’Azienda si giova per erogare servizi efficienti ed economici.
Inoltre il Sindacato non può rimanere in silenzio di fronte al dato inquietante conseguente al disastro di Tallacano, infatti, si può ben affermare che oltre al danno, ora anche la beffa, non solo i disagi dovuti all’interruzione dell’erogazione idrica ed ai conseguenti danni patrimoniali arrecati alla collettività  picena, ma si deve assistere all’assurda proliferazione di costosissimi incarichi a professionisti di rango per stabilire “ipotetiche” cause del crollo ( solo ed esclusivamente ipotesi) di fronte all’unica certezza che solo pochi dentro l’Azienda conoscevano e cioè che il ponte di Tallacano poteva crollare.
Ogni valutazione tecnica postuma mi sembra sinceramente inutile, anzi, dannosa per la collettività che dovrà sobbarcarsi un ulteriore onere per le innumerevoli parcelle da pagare ai professionisti.
Alla beffa poi si aggiunge il ridicolo perché l’Azienda ha affidato con efficienza "svizzera" l’incarico ai progettisti per elaborare supposizioni tecniche sul crollo del ponte tubo, ma nulla ha ancora fatto per contestare l’inadempimento contrattuale al professionista precedentemente incaricato che doveva elaborare entro un determinato tempo il progetto esecutivo per intervenire a Tallacano.
Ciò che si poteva fare con circa 200/300 mila euro costerà all’Azienda e alla collettività circa 1 milione di euro.
Il pesante schiaffo subito dall’immagine dell’Azienda, per le gravi inadempienze ed inefficienze non ancora realmente emerse, non può ricadere su quei lavoratori che prestano la propria opera al servizio dei cittadini per poco più di 1000 euro al mese, e che meritano la nostra stima e riconoscenza per aver ripristinato la linea idrica in condizioni impossibili con enormi sacrifici personali.
Tutto ciò mi induce a richiedere un incontro urgente con l’Azienda per conoscere come intende affrontare il piano degli investimenti, se ha valutato una diversa modulazione degli interventi di manutenzione anche secondo criteri emergenziali».