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UilP: il problema degli anziani non autosufficienti
«Queste famiglie invece di essere aiutate vengono ulteriormente penalizzate»
in termine di assistenza residenziale e non. E’ altrettanto noto che le famiglie si siano da sole trovate una soluzione a fronte delle inefficienze del sistema pubblico così come tantissimi anziani vivono nelle famiglie con l’assistenza delle stesse e/o delle cosiddette badanti con costi economici altissimi e grandi sacrifici personali. Queste famiglie invece di essere aiutate vengono ulteriormente penalizzate. Infatti fino al mese di settembre 2007 agli anziani ammalati di demenza senile, seguiti dal servizio di “Igiene mentale dell’Ospedale Mazzoni di Ascoli” veniva prescritto un piano terapeutico di durata annuale.
Con questo piano i familiari del malato si recavano periodicamente dal medico di famiglia per il rilascio della prescrizione medica per la farmacia per il ritiro delle medicine necessarie al malato. Il sistema funzionava e, a nostro avviso, non c’era tanto sacrificio e spreco di tempo. Vediamo che cosa accade dal mese di settembre.
Il piano terapeutico vale solo 2 mesi e viene rilasciato esclusivamente dal Dirigente responsabile del Reparto di Igiene mentale dell’Ospedale Mazzoni (Dott. Testa).
Ogni due mesi pertanto i familiari del malato debbono recarsi, prima telefonando per conoscere esattamente il giorno fissato, dal suddetto Dirigente (il servizio è attivo solo dalle ore 9.00 alle ore 13.00) per la conferma del suddetto piano terapeutico.
Il familiare dell’ammalato, nel giorno stabilito, si reca al sopra ricordato reparto dell’Ospedale Mazzoni, va alla Segreteria, ci si mette in fila e si attende il proprio turno.
La Segreteria trova la cartella del malato e si attende di essere ricevuti dal Dirigente. Mediamente gli utenti interessati sono oltre 30 ogni volta.
Si fa quindi una seconda fila e quando è il tuo turno il Dirigente recepito il nominativo dell’ammalato interessato si reca nella segreteria, preleva la cartella dell’ammalato, la consulta e quindi conferma o non conferma per altri due mesi il paino terapeutico.
Il familiare del malato ha così utilizzato una giornata del proprio tempo o di lavoro (ferie o permesso non retribuito) con conseguenti costi e stress.
Come UIL Pensionati crediamo che oltre ai suddetti effetti negativi per il familiare dell’ammalato anche il sistema sanitario sia costretto ad operare in una situazione paradossale con conseguenti effetti negativi nell’organizzazione e nel rapporto con l’utenza (che spesso non comprendendo questo nuovo meccanismo paradossale si arrabbia per usare un eufemismo).
Come Segretario della UIL Pensionati mi chiedo: ma non c’è un altro sistema per non gravare sull’utenza già penalizzata come ricordato in premessa?
Invece di alleggerire i carichi delle famiglie che convivono con questa tipologia di ammalati (attenzione non è facile per nessuno - basta domandare quali sono i ritmi e le vicende di ciascuno), si innescano soluzioni che aumentano carichi e problemi per le famiglie».