Il presidente della corte d'appello: prevenzione nei confronti del rom

Il presidente della corte d'appello: prevenzione nei confronti del rom

«Un reato gravissimo per cui nessuna pena è accettabile»

sulla decisione della Corte d'appello di Ancona di respingere l'istanza di Marco Ahmetovic per gli arresti domiciliari presso il campo nomadi di via Salone a Roma. Lo ha precisato oggi il presidente della Corte d'appello Mario Buffa. Buffa ha aggiunto che Veltroni lo aveva chiamato ieri solo per esprimere le sue preoccupazioni legate all'ordine pubblico, meravigliandosi che il gip non avesse verificato prima la disponibilità del Comune. Premettendo di condividere la necessità di questa verifica da parte del gip Annalisa Gianfelice, il presidente - che ha ricevuto la chiamata in treno - ha riferito di avere poi contattato il giudice chiedendole di sospendere per qualche ora l'esecuzione del trasferimento, visto che sul rom pendeva anche una misura di arresti domiciliari a Porto d'Ascoli per l'accusa dell'omicidio colposo plurimo di Appignano. Avuta rassicurazione dalla gip, il presidente ha a sua volta confermato a Veltroni che Ahmetovic non stava per essere trasferito a Roma. Nel frattempo, ha concluso Buffa, è arrivata la pronuncia d'appello, che ha respinto i domiciliari nel campo di Roma, ritenuti non idonei alle esigenze cautelari. C'è un «pizzico di prevenzione» alla base del clamore suscitato dalla vicenda processuale e cautelare del rom Marco Ahmetovic colpevole di omicidio colposo plurimo per la strage di Appignano; un clamore che invece «non è stato sollevato per fatti analoghi con imputati italiani». Lo ha detto il presidente della corte d'Appello di Ancona Mario Buffa, rilevando che in Italia «non ci sono persone detenute o poste agli arresti domiciliari per tale accusa». Quello commesso da Ahmetovic, ha spiegato Buffa, «è un reato gravissimo per cui nessuna pena è accettabile e per casi analoghi si dovrebbero prevedere pene diverse. Ma la legge attualmente è questa - ha aggiunto - e giuridicamente non c'è altro da fare».