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Ahmetovic, il Gip concede gli arresti domiciliari
Pena da scontare in un campo nomadi a Roma. Storace: «Prepareremo un comitato d'accoglienza»
Vicenda per la quale Ahmetovic era rientrato poco prima di Natale in carcere, dopo essere già stato ai domiciliari per circa tre mesi, nell'appartamento messogli a disposizione da un conoscente in un residence di Porto d'Ascoli, in relazione anche all'omicidio colposo di quattro giovani di Appignano del Tronto - travolti il 22 aprile 2007 dal furgone che, ubriaco, stava guidando - per il quale aveva subito una condanna in primo grado a sei anni e mezzo. Durante questo primo periodo di domiciliari, la condotta di Ahmtovic aveva suscitato forti polemiche, anche a livello nazionale, per le iniziative commerciali di cui, scontando la misura cautelare, si era reso reso protagonista sfruttando la popolarità acquisita in seguito all'episodio costato la vita ai quattro ragazzi. Il rom - si è appreso ancora - dovrà scontare i nuovi domiciliari in un campo nomadi a Roma, dove per cinque giorni alla settimana dovrà frequentare un centro di recupero per chi ha problemi con l'alcol. La decisione è stata depositata oggi, ma non è chiaro se Ahmetovic uscirà dal carcere in serata o se ciò, come appare più probabile, avverrà domani.
Il gip di Ascoli ha dunque accolto l'istanza presentata la settimana scorsa dall'avvocato di Ahmetovic Felice Franchi. Poiché però per l'omicidio colposo dei ragazzi di Appignano il rom ha avuto i domiciliari nel residence di Porto d'Ascoli, si attendono, a questo punto, indicazioni da parte della Corte d'appello di Ancona, sentito il parere della Procura generale competente per questo reato. Ahmetovic era stato ricondotto nel carcere di Marino del Tronto lo scorso 20 dicembre, su ordine del giudice del tribunale di Ascoli Lorenzo Falco. Il magistrato aveva accolto una richiesta di aggravamento della custodia cautelare avanzata dal sostituto procuratore Ettore Picardi, che chiedeva che Ahmetovic fosse riportato in carcere per avere eluso le disposizioni per cui gli era vietato parlare con persone che non fossero i suoi genitori, il suo legale e la persona che lo ospitava a Porto d'Ascoli. A rispedirlo tra le sbarre era stata una telefonata fatta il 18 dicembre scorso con un pregiudicato ascolano.
Il commento di Storace (La Destra). «Vogliamo sapere in quale campo nomadi di Roma verrà trasferito l'assassino di quattro ragazzi ad Appignano. Intendiamo preparare un bel comitato d'accoglienza».