Siamo contro un sistema che non si può che definire inetto, cioè inadatto a gestire la situazione che si è presentata. Andiamo per ordine.
Si rompe il ponte tubo di Tallacano e la Ciip Spa si sbilancia subito nel dire che in pochi giorni tutto sarà risolto e con pochi disagi. Era il 28 dicembre 2007 oggi è il 5 gennaio 2008. Sono trascorsi 9 giorni. E non dei più piacevoli.
E' notizia fresca che il Consiglio d'amministrazione della Ciip Spa, tra le soluzioni tecniche proposte per dare una risposta definitiva alla situazione di Tallacano ha optato per la via interna. E' stato scartato il ponte d'acciaio proposto dall'ingegnere Roberto Gregori da realizzarsi in 15 o 17 giorni per due serie di ragioni.
La prima: le due ruspe cingolate per sistemare i pezzi di ponte in acciaio avrebbero lavorato troppo vicino ai tubi posizionati per la soluzione provvisoria dai tecnici della Ciip Spa con il rischio di romperli, la seconda questione è che l'ingegnere Roberto Gregori non aveva a disposizione uno studio geologico della zona per compiere quei lavori senza rischio.
Poi c'è una terza preclusione, quella meteorologica. Se arrivasse il tempo cattivo i tempi di allestimento del ponte d'acciaio si sarebbero allungati. (Se ci avessero pensato prima...si sono persi 8 giorni di bel tempo, la metà dei giorni per realizzare un ponte in acciaio).
A nulla è valso che l'ingegnere Gregori abbia detto che in breve avrebbe fatto fare uno studio geologico, che a suo avviso non c'erano rischi di rompere i tubi provvisori della Ciip, che se fosse arrivato il tempo cattivo la ditta avrebbe lavorato in officina per assemblare i pezzi e poi li avrebbe trasferiti sul posto. Niente, il Cda della Ciip Spa ha deciso per la scelta interna dietro consiglio del pool tecnico della società. Domanda.
Ma non è lo stesso che oggi ci fa trovare con un ponte tubo crollato che doveva essere ristrutturato fin dal 2004? Dove erano i consigli di quei tecnici?
Ma noi non siamo tecnici. Però non siamo stupidi. Ci pare quindi di percepire che ci sia un po' di coda di paglia da parte dei tecnici della Ciip. Come dire, ora arrivano i professoroni dall'esterno che figura ci facciamo. Beh quella l'hanno già fatta. Se fossero stati all'altezza non ci troveremmo in questo stato. Ribadiamo che si sapeva tutto dal 2004, carte alla mano.
E veniamo alla soluzione interna. Iniziamo col dire che i tempi previsti sono di 21 giorni almeno. Si opera un bypass con un tubo da 45 cm di diametro che viaggia in parte su un ponte d'acciaio e in parte interrato. Costo circa 200 mila euro.
E' chiaro che non si tratta di una soluzione definitiva. Infatti ci pare di ricordare che il diametro del tubo franato col ponte fosse di 65 centimetri.
Cosa cambia quindi nel flusso idrico. Non si dovrebbe ripristinarne uno della stessa grandezza? Quindi pare azzardabile l'ipotesi che si dovranno sostenere costi ulteriori perché ci si dovrà mettere mano nuovamente.
La soluzione dell'ingegnere Gregori sarebbe costata 430 mila euro per 15 giorni di lavoro per realizzare un unico ponte in acciaio, in via definitiva, che avrebbe potuto sopportare un tubo anche di diametro maggiore di quello da 65 centimetri.
A questo punto a qualcuno potrebbe venire il dubbio che noi si voglia appoggiare questa situazione chissà per quale gusto.
Sgombriamoli questi dubbi all'ascolana. L'ingegnere Roberto Gregori è stato quel signore che per prima cosa aveva consigliato al presidente della Provincia Massimo Rossi di chiamare il Genio pontieri dell'esercito. Il suo era un contributo del cittadino qualunque che leggendo le notizie dal nostro sito si era sentito preso in giro per ciò che stava capitando. E' la stessa cosa che continua a darci fastidio oggi, essere presi in giro e vi diremo perché nei prossimi giorni.